“Il sogno di una vita? Difendere un giorno la porta della squadra della mia città”. Parola di Tommaso Nobile, 24 anni e un presente da guardiano della porta della Sambenedettese. Terra fertile per i portieri: basti pensare che da San Benedetto del Tronto sono passati Roberto Tancredi, Walter Zenga e Stefano Tacconi. “Dal punto di vista personale può solo darmi forza per avere una carriera come quello che hanno avuto loro – ammette Nobile ai microfoni di GianlucaDiMarzio.com – di certo è uno stimolo in più”. Nel 3-1 di domenica scorsa sul campo della Vis Pesaro la firma delle sue parate è stata apposta in parallelo a quelle di Di Sabatino, D’Ambrosio e D’Angelo. Parate determinanti e tre punti per consolidare il settimo posto in tasca. "Sicuramente fa piacere perché dopo un periodo non facile sono tornato a fare una buona prestazione e dare una mano alla squadra –sorride – dal punto di vista personale è stata una delle migliori prove. La parata più complicata? Quella nel primo tempo su Di Paola".
Alla Samb Nobile è arrivato dopo un lungo apprendistato: due campionati da titolare in D con Matelica e Sarnese, maglia da primo in C nella Lucchese, tre presenze a Vercelli in B (“Una bella emozione”), poi titolare con Pro e Carpi in C. 24 anni sulla carta d’identità, quasi 200 presenze in campo. “Come ho scelto la Samb? Mi piaceva la tifoseria e anche quello è stato un fattore – ammette – spiace tanto non averli con noi sugli spalti. Sostengono la squadra al di là del risultato". Nelle Marche ha trovato un gruppo eterogeneo, con Maxi Lopez e Ruben Botta a guidare anche una mini-truppa argentina: "Aiuta molto a crescere, stando tutti insieme con culture diverse hai un'idea di calcio più trasversale, completa, aiuta ad allargare gli orizzonti e anche ad essere più pronti – spiega – molte volte abbiamo organizzato qualche asado tutti insieme. Ce ne siamo innamorati un pò tutti”. Cucina, un’altra passione: “Partiamo dal fatto che a me cucinare piace, me la cavicchio. Però sono più bravo in campo". Dove le sue prestazioni sono seguite con attenzione dalla panchina da mister Paolo Montero: "Abbiamo un ottimo rapporto, ha grande carattere. Sul piano carismatico penso che sia uno dei migliori allenatori avuti sin qui, è stimolante lavorare con lui”.
Stimoli. Come quelli garantiti da chi lo assiste fuori dal campo: la Universal Group di Riccardo Napolitano, Giovanni Lione e dell'ex portiere del Napoli. Gennaro Iezzo. “Lo stimo tanto – dice Nobile – perché essendo napoletano e tifoso del Napoli lo seguivo tanto quando era il portiere del Napoli. Sapere che lui ha fiducia in me mi spinge a dare sempre di più. Ci confrontiamo, mi assicura sostegno. Ultimamente mi sta dicendo di giocare più alto e rischiare di più nell'uscita alta, in modo da essere ancora più pulito. Complimenti? Diciamo che cerca di limitarli, così non mi monto la testa”. E giù un sorriso. Lo stesso che da bambino Tommaso azionava quando vedeva tra i pali “Buffon, un modello come per tanti della mia generazione. Mi è sempre piaciuto il modo di giocare di Neuer, però cerco di fare il mio".
I primi ricordi con il calcio non prevedono però un pallone nei guanti. "Il primo anno in cui ho giocato a calcio ho giocato nei primi sei mesi da ala sinistra – ricorda Nobile – poi sono andato alla Internapoli Ciro Caruso dove proprio mister Caruso (ex difensore centrale del Napoli, ndr) mi disse che avrei dovuto giocare in porta. Il mio primo preparatore, mister Pino Panza, mi ha fatto innamorare di questa professione: portava materassi per farci tuffare sulla terra battuta, di lì non ho più smesso di parare". Alzando sempre l’asticella, giorno per giorno. "Chiudere bene questa stagione sarebbe una bella cosa per me e anche in prospettiva – ammette guardando anche ai playoff, zona che oggi la Samb frequenta – credo che negli ultimi due anni tutti e tre i gironi siano stati difficilissimi. C'è grande equilibrio e siamo tutti in pochi punti”. Para le emozioni e non si nasconde, Nobile: “Ovviamente la priorità è il bene della squadra. Pensando anche al mio futuro, sono ambizioso e spero che finire il campionato bene possa significare un salto di categoria".
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