“Con il talento si vincono le partite, ma con il gioco di squadra i campionati” – una frase di Michael Jordan che Davide Nicola ha saputo fare sua per raggiungere la salvezza. Una vera e propria maratona, che ha portato a tagliare il traguardo “in testa” dopo gli ultimi novanta minuti contro l’Udinese. Dalla paura di non poter neanche terminare il campionato a poterci nuovamente giocare il prossimo anno. Tanti sono stati i protagonisti di questa impresa. A partire dalla dirigenza e da Walter Sabatini che ha saputo regalare all’allenatore una nuova squadra dopo il mercato di gennaio. Nuovi stimoli, giocatori di buon livello come Verdi ed Ederson. Ma focalizziamoci sul campo.
Alla Salernitana nel girone d’andata è mancato il colpo del campione. Oltre qualche giocata di Bonazzoli, sono arrivate poche magie. L’acquisto di Verdi ha aiutato Nicola a poter vincere alcune partite grazie ai suoi colpi. Ha segnato punizioni e gol delicati come quelli contro il Venezia e contro il Cagliari, nelle sfide principali per la salvezza. Nelle ultime cinque partite ha saputo tirare fuori qualcosa in più.
Ha iniziato la stagione da infortunato, senza mai essere preso in considerazione al Torino. L’aria di Salerno lo ha fatto rinascere e lui ha ricambiato il favore mettendo la firma sulla storia granata.
Ederson è stato sicuramente il colpo di genio di Sabatini. Lo ha pescato dal Corinthians ed ora molti club gli hanno messo gli occhi addosso. Tanta corsa, tecnica, visione di gioco, oltre a saper coprire grandi porzioni di campo. Il prototipo del centrocampista moderno, bravo in entrambe le fasi. Nicola gli ha dato fiducia e non lo ha tolto mai dal campo, tranne contro l’Udinese nella partita più difficile, ma non per ragioni tecniche, era squalificato. I due gol contro la Sampdoria e l’Atalanta valgono un pezzo di salvezza.
A differenza di Verdi ed Ederson, Djuric e Bonazzoli hanno iniziato la stagione con la maglia della Salernitana. L’ex Inter è il capocannoniere della squadra con 10 gol, l’unico in doppia cifra. È stato uno dei pochi promossi della prima parte di stagione e con l’arrivo di Nicola le cose non sono cambiate. Gol in rovesciata, assist, ma soprattutto tanta qualità e costanza nei novanta minuti. Perché ritornando all’inizio della storia, non è solo il singolo che fa la differenza.
C’è chi risulta decisivo con i piedi e chi invece ci mette la testa, nel vero senso della parola. Djuric è un’icona di Salerno: è stato protagonista anche della cavalcata dalla Serie B alla Serie A. Non ha segnato tanto, ma le sue reti sono state tutte decisive.
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