Nella seconda giornata della nuova Serie A, oltre a Milan-Cagliari, è tornata a giocare in casa all’Arechi la Salernitana ospitando la Roma di Josè Mourinho. Match deciso nella ripresa: secco 0-4 dei giallorossi, che centrano la seconda vittoria.
Al termine della partita, proprio lo “Special One” ha parlato ai microfoni di DAZN, elogiando la prestazione dei suoi e rimarcando il giusto atteggiamento dimostrato nelle prime uscite del campionato.
“Era impossibile non vincere” – ha detto Mourinho, partendo subito a mille. “Dal 1′ ho avuto delle sensazioni di tranquillità, la squadra giocava davvero benissimo. Con la Fiorentina eravamo sopra di un uomo dopo 20 minuti, oggi con la Salernitana 0-0 al primo tempo: morale della favola, ero comunque più preoccupato nella gara contro la Fiorentina. Oggi la squadra ha dominato in ogni momento della partita. Alla gente può sembrare di no, io ho visto una partita totalmente in controllo“.
Vittoria figlia del morale creato anche dal solo arrivo di Mourinho a Roma e del lavoro svolto finora: “Quando sono arrivato ero felice. Ero veramente felice di tornare in Italia, per allenare una squadra con dei tifosi che sentono in modo così forte la propria squadra. Ero felice di poter tornare a provare sensazioni come queste“.
Sicuramente, a rendere felice un ambiente che si è dimostrato confuso negli ultimi anni è stato anche il rapporto creato tra allenatore e società, che guardano tutto con gli stessi occhi. “I Friedkin mi hanno convinto subito usando una parola chiave: tempo. Il tempo porta tranquillità ma non è l’unica cosa che voglio: se possiamo io voglio accelerare il processo, come piace fare a me“. Così ha preso posizione Mou.
Tempo è la parola chiave. Perché vincere subito non è mai semplice. Vista la fitta concorrenza, poi, diventa tutto più difficile. “Sappiamo che ci sono delle rose che sono più ricche e potenti della nostra ma io non sono minimamente preoccupato di affrontare quelle squadre. Io giocherò sempre e solo pensando una cosa: vincere. Poi magari perderemo una partita ma ne vinceremo un’altra. Voglio trasformare la mentalità di questa squadra, a poco a poco“.
Tante squadre forti, allenate da personalità forti, che conoscono il mestiere, ma: “I giocatori sono più importanti di noi allenatori, senza giocatori è difficile vincere. Io sono contento di essere tornato qui e aver trovato una grande categoria come quella composta da questi allenatori: aspetto Don Claudio (Ranieri, ndr), magari Antonio (Conte), c’è Max (Allegri), io, Sarri. Ci sono tanti allenatori buoni con tante idee positive ma restano sempre più importanti i giocatori“, ha chiuso lo Special One.
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