Milano c’è. La diciannovesima giornata di serie A non ha cambiato nulla in vetta, ma ha confermato che Inter e Milan non perdono la scia per il terzo posto. Due filosofie diverse, ma entrambe positive al momento: da una parte i giovani e acquisti oculati, dall’altra campioni e investimenti. Arrigo Sacchi loda il lavoro di ricostruzione delle milanesi attraverso le pagine de La Gazzetta dello Sport:
“Vedo due progetti: più chiaro quello rossonero, in embrione quello nerazzurro. Su queste idee si deve lavorare a fondo per arrivare a costruire ciò che ritengo necessario non solo nel calcio ma nella vita: la bellezza. Montella non sta facendo bene, sta facendo benissimo. Il suo è un capolavoro. Io l’avevo stuzzicato, all’inizio: apparteneva a quel gruppo di allenatori che proponeva un calcio offensivo e, una volta arrivato al Milan, sembrava avesse tirato il freno a mano. Invece ora mi piace, l’idea di gioco si vede. Giovani? Questo è l’aspetto che apprezzo di più. Con i giovani ci vuole pazienza e bisogna essere in grado di insegnare: Montella è un bravo maestro. Prendete De Sciglio: ha ritrovato la fiducia. Oppure Romagnoli: finalmente ha dimostrato che valeva tutti i soldi che sono stati spesi per lui. E poi Locatelli, Bonaventura, Lapadula… Bravi, grintosi, pronti ad aiutare l’uno con l’altro. E il risultato, a parte la posizione in classifica, è che il pubblico non fischia più: adesso trascina, sostiene“.
I rossoneri hanno bisogno di rinforzi a gennaio? “Non ho mai creduto al mercato di riparazione, fin da quando allenavo in Serie C e al mio presidente avevo chiesto un centravanti, ‘per puntare alla promozione‘, gli dissi. Lui mi comprò un terzino e non centrammo l’obiettivo. No, il Milan deve andare avanti così com’è, lavorando e ascoltando la lezione di Montella“. L’Inter ha invece acquistato Gagliardini: “Gagliardini è un ragazzo serio, lo conosco bene fin da quando giocava nelle giovanili azzurre. Mi auguro che possa mettersi in mostra. Ha grandi qualità e tanta passione. L’Inter ora c’è, i giocatori seguono l’allenatore, c’è entusiasmo e c’è autostima data dalle vittorie. Un difetto: va bene che si chiama Internazionale e che la proprietà è cinese, ma vorrei più italiani in squadra”.
Pioli ha rivitalizzato i nerazzurri: “Premessa necessaria: Pioli, quando è stato ingaggiato, si è trovato nelle condizioni peggiori in cui si possa trovare un allenatore. Una squadra non costruita da lui, poca interazione tra i giocatori, e non soltanto a livello tecnico ma anche psicologico. Mi sembra che abbia raddrizzato la barca, no?Non è solo una questione di vittorie, ma di come la squadra si approccia alle partite e agli avversari. Vedo l’Inter che ha uno spirito di gruppo, vedo giocatori che si sacrificano, corrono e riescono a rimettere in piedi gare che sembrano perdute. Ci vuole carattere. Stefano è una persona modesta e di valore. Lo conosco da tanti anni. Lui cerca sempre di migliorarsi, non si accontenta. All’inizio della carriera le sue squadre pensavano prima a non prenderle e poi agivano in contropiede, invece adesso prova a imporre il proprio gioco, la propria identità. Bravo“.
Per Milan e Inter potrebbe essere l’anno giusto per tornare in Champions: “Hanno la storia dalla loro parte, ed è un valore morale importante che può regalare punti. Il Napoli e la Roma, tuttavia, non sono ostacoli semplici da superare: giocano bene. Diciamo che Inter e Milan hanno la possibilità di lottare fino in fondo e, date le premesse, non è una brutta prospettiva“.
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