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La favola Saarbrücken: dopo il Bayern, eliminano anche l’Eintracht. “Abbiamo scritto la storia”

Il primo novembre è una data che a Saarbrücken ricorderanno per sempre. 2-1 al 96’ e vittoria contro il Bayern Monaco. Compatti in un 5-4-1, con tutto lo stadio che canta: così la squadra di terza serie tedesca ha eliminato i campioni di Germania dalla Coppa nazionale, il DFB Pokal. “È stata un’esplosione di emozioni, in mezzo ai nostri tifosi. Nessuno se lo sarebbe immaginato”, raccontano a Gianlucadimarzio.com due dei protagonisti di questo miracolo, Julius Biada e Calogero Rizzuto, rispettivamente trequartista e terzino destro. Passa poco più di un mese, e il Saarbrücken si ritrova a festeggiare ancora una volta contro una squadra di Bundesliga. Stavolta a uscire dalla Coppa di Germania per mano loro è stato l’Eintracht Fracoforte.

 

 

Biada, l’11 del Saarbrücken: “Tra scherzi e battute abbiamo fatto il miracolo”

Dopo la vittoria contro il Bayern avevano commentato così: “Veniamo da un ciclo negativo in campionato”, ci spiega Biada, col sorriso: “Prima della partita abbiamo scherzato: c’è chi ha scommesso che si sarebbe rasato a zero in caso di vittoria. Addirittura, un nostro compagno ha promesso che avrebbe corso in mutande per la città”. Il Bayern arrivava da una vittoria 8-0 contro il Darmstadt in Bundesliga: “Siamo entrati in campo dicendoci: ‘Se prendiamo meno gol di loro è già un successo’. E alla fine abbiamo fatto il miracolo”.

L’italo-tedesco Rizzuto: “Festeggiato fino alle cinque, emozioni uniche”

Rizzuto ancora non ci crede: “Fatico a trovare le parole giuste. Abbiamo vinto contro una delle squadre più forti al mondo, una partita incredibile”. Lo ripete ad alta voce, due, tre volte. Non è un sogno, è tutto vero. “Siamo stati a festeggiare con i tifosi fino alle cinque di mattina: mezzo paese era in piazza con noi”.

 

 

Calogero è figlio della città di Saarbrücken: è casa sua, ci è nato e cresciuto. Lì dove lo stadio dista dieci minuti di macchina dal confine con la Francia, e infatti si parlano due lingue. I suoi genitori sono emigrati dall’Italia in Germania prima che lui nascesse: “Da parte di mia madre siamo di Favara, Sicilia. Mio padre invece è calabrese. A casa parliamo in dialetto”. Ed è proprio così che Rizzuto si racconta ai nostri microfoni, in un italiano-misto-dialetto che rende tutto più umano.

Terzino classe 1992, Rizzuto ha vissuto una carriera in 2.Bundesliga (la “Serie B” tedesca), ed è sceso in terza divisione solo per tornare a casa: “Dopo anni in giro per la Germania sono rimasto svincolato: mi sono allenato senza squadra per due mesi, stavo uscendo di testa. Ma l’attesa è stata ripagata: giocare qui, fra i miei amici e con la mia famiglia sempre vicino, è bellissimo. E le mie due figlie possono crescere insieme ai loro nonni e agli zii”.

“Come battere il Bayern? Compatti e senza paura”

Alle spalle, c’è una piazza importante: il Saarbrücken è stato per anni in Bundesliga. Nel 1951 vinse 4-0 contro il Real Madrid, nel ’55 batté il Milan a San Siro. L’ultima memorabile vittoria risaliva alla stagione 1976-77, proprio contro il Bayern, 6-1. Quasi cinquant’anni fa, una vita. Ma la storia si è ripetuta: “Avevamo uno stadio pieno a sostenerci, ospitare questi campioni era già di per sé una festa”, ci racconta Biada, numero 11 tutto tecnica e fantasia. Batterli è stata l’apoteosi. Abbiamo fatto il nostro gioco e ridotto il divario tecnico lasciando pochi spazi. All’intervallo, dopo l’1-1, abbiamo avuto la sensazione che vincere fosse possibile”.

 

 

Il game-plan era semplice: “Due linee basse con il 5-4-1. Aspettare, provare a mantenere lo 0-0 il più possibile”, spiega Rizzuto. “Invece dopo solo un quarto d’ora ha segnato Muller. Ho pensato: ‘Speriamo di non crollare come il Darmstadt’. Ci siamo difesi, siamo rimasti compatti. Non dovevamo mai concedere l’uno contro uno, e non l’abbiamo fatto: fermare Gnabry, Musiala o Tel non è semplice”. Rizzuto marcava proprio quest’ultimo, la stellina francese classe 2005: “Era veloce questo caruso”, scherza, in siciliano.

“Sky is the limit”

“Sapevamo di giocare contro dei fenomeni, ma nessuno aveva paura: volevamo dimostrare il nostro valore. È stata una notte magica, unica”. E adesso? “Sky is the limit”, risponde Biada: il limite è il cielo. “Abbiamo battuto i più forti, ora è lecito sognare”. Spinti dalla fiducia, sulle ali dell’entusiasmo. Una regione intera che canta e festeggia: ventitré eroi, per sempre nella storia di Saarbrücken.

Luca Bendoni

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