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“Rottura del crociato anteriore…”. Melchiorri, ci risiamo: l’attaccante del Cagliari è pronto a una nuova sfida

Rottura del crociato anteriore“. Questa la triste verità che arriva da Villa Stuart: il professor Mariani non ha dubbi. E’ durata appena tre mesi la favola di Federico Melchiorri. Dai campetti polverosi dell’Eccellenza marchigiana al salotto del calcio italiano, la Scala, San Siro. Un viaggio lungo 6 anni. Il 26 settembre la gioia del gol al nuovo debutto in serie A contro la Sampordia, il 16 ottobre la doppietta di San Siro che sapeva di consacrazione. Federico sembrava aver messo tutto alle spalle, ma il ginocchio non era d’accordo… E non è bastato il bellissimo gesto di fair-play che lo ha visto protagonista proprio ad Empoli: “arbitro, non è rigore…”. La fortuna aveva già deciso di voltargli le spalle, un’altra volta.

Accadde già nell’aprile del 2010. Uno scontro di gioco fortuito durante un Giulianova-Cavese. Soliti controlli di rito, una tac e lo shock: cavernoma venoso. A soli ventitré anni il sogno svaniva e c’era da combattere per un bene più prezioso. Cuore, passione, testa… Melchiorri è un lottatore, in campo come nella vita e la prese subito per il verso giusto. Sapeva che forse non avrebbe più giocato, almeno ad alti livelli. Ma si è rimboccato le maniche. Tolentino, Maceratese, Padova, Pescara. Eccellenza, serie D, serie B: la nuova scalata è inarrestabile. L’arrivo a Cagliari gli ha restituito quel sogno, la serie A.

Ma l’isola non è stata sempre “felice” per Fede. Il 1 aprile scorso il primo crack al ginocchio destro, la prima rottura del legamento anteriore e la prima visita a Villa Stuart. Il giorno dopo Federico si presentò sorridente, durante il post gara della gara interna contro lo Spezia. In stampelle, a stento riusciva a camminare tra i corridoi del Sant’Elia. Ma non si era scordato dei suoi tifosi e dei suoi compagni, che pochi mesi dopo gli hanno regalato la gioia più grande. La sfortuna ha imparato bene il suo indirizzo e bussa spesso a casa Melchiorri, ma l’attaccante marchigiano ha capito come affrontarla.

Rientro graduale nei due ritiri di Pejo e Aritzo: nessuna partita, ma tanti gli applausi di incoraggiamento nelle sue “passerelle” in campo. Poi l‘amichevole in famiglia contro la Primavera del 18 agosto scorso, una delle ultime tappe della riabilitazione. L‘odore del prato, gli incoraggiamenti dei compagni, le istruzioni di Rastelli e anche, perché no, i contrasti degli avversari. Federico è quasi pronto e poco più di un mese dopo scrive le pagine più belle della sua favola. Fino a sabato scorso. “Fede” ha sconfitto un male ben più grave e ha dimostrato che con la testa, la passione e il cuore nulla è impossibile. Due-tre mesi di pazienza, o forse qualcuno di più. E poi, c’è da esserne certi, Melchiorri tornerà a scrivere nuovi esaltanti capitoli della sua scalata, scarpette ai piedi e penna in mano, magari d’inchiostro azzurro…

Francesco Caruso

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