“Ciò che mi stimola a tornare è il bambino che in me. È il fuoco dentro che non si compra da nessuna parte, o ce l’hai o non ce l’hai. Quel fuoco ancora non si è spento e quindi ho colto questa opportunità stimolante”. Parola di Aleandro Rosi. Il difensore ha deciso di ripartire dalla Torres e dalla Serie C: “In questi mesi ci sono stati momenti di crisi, ho avuto la sensazione che, arrivato a 36 anni, fosse arrivato il momento di smettere” – ha confidato ai microfoni de Lacasadic.com – “Mi ero dato una data, se non avessi trovato squadra entro fine febbraio mi sarei ritirato. Io però amo giocare e smettere da retrocesso non mi avrebbe fatto stare con l’anima in pace. Così ho accettato la Torres senza pensarci“.
“Ranieri è stato mio allenatore, mentre Daniele mio compagno. De Rossi l’ho sentito anche prima del suo ritorno a Roma, sono contento per lui. Sapevo che quello era il ruolo e l’ambiente giusto per lui, ci avrei messo la mano sul fuoco”, assicura Rosi ai microfoni de LaCasadiC. Una carriera, quella in panchina, che sarebbe pronto a intraprendere anche lui? Non so se farò l’allenatore, perché ti porta mille pensieri per la testa. Per come sono fatto io, se inizio ad allenare arrivo al campo alle 8 e finisco alle 5. Ma ho anche una famiglia e devo pensare anche a loro“.
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