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Romanzo Sudamericano – Il nuovo Ricardo Oliveira, pastore evangelico e guida spirituale trainante della Seleçao

In Brasile si diceva già che Neymar avesse di proposito preso il giallo contro l’Uruguay per “boicottare” Dunga, criticato da tutti gli opinionisti brasiliani, compresi ex calciatori importanti come Ronaldo, Carlos Alberto e Belletti.

E ovviamente tutti erano pronti ad aprire il fuoco sul Ct della Seleção vista la scelta di sostituire il suo capitano, squalificato, con il 35enne Ricardo Oliveira. A maggior ragione sul 2-0 per il Paraguay.

Ma Ricardo Oliveira, quello stesso Ricardo Oliveira ricordato come bidone assoluto al Milan, non è più la stessa persona. La sua carriera è cominciata a 20 anni, perché a 18 aveva deciso di lasciare il calcio, di lavorare per aiutare la famiglia, lui che una volta perso il papà, da bambino, si era ritrovato a rovistare nell’immondizia alla ricerca di un boccone da mandar giù.

Ricardo Oliveira, nella sua esperienza araba, è diventato Pastore della Chiesa Evangelica. Il timido ragazzino che venne convocato per la prima volta in nazionale subito dopo il trionfale Mondiale del 2002, negli ultimi anni si è trasformato in una guida spirituale trainante, capace di diventare capocannoniere del Brasileirão e di vivere nel finale di carriera quegli anni d’oro che forse da ragazzo non aveva avuto la possibilità di godersi.

Ricardo Oliveira è uno che battezza, anche tra i compagni di squadra come successo a Thiago Maia e Geuvânio, e dice messa. È uno che sfida le “leggi” della nazionale, visto che il Brasile ha cambiato il suo regolamento interno in materia religiosa chiedendo ai calciatori di non esprimere pubblicamente la loro fede con la maglia amarelinhaNiente più “I belong to Jesus” alla Kaká, insomma. Figurarsi celebrare riti come veri santoni.

Ricardo Oliveira è uno che ogni giorno vince una battaglia etica con se stesso, resistendo alle provocazioni dei rivali in campo e conciliando faticosamente le sue scelte spirituali con un mestiere complicato, in cui la furbizia e il gioco ai limiti della correttezza possono anche portare a vincere Mondiali. Chiedere a Marco Materazzi e Zinedine Zidane.

Ricardo Oliveira è stato il migliore in campo del peggior Brasile degli ultimi 30 anni in una notte che stava per segnare irrimediabilmente l’avventura di Dunga. Prima una traversa, poi il gol che ha riacceso la speranza avviando la rimonta da 0-2 a 2-2.

Ci sono tanti motivi oggi per gli opinionisti brasiliani per attaccare il Ct. Ma tra quei motivi non può esserci la sua scelta di richiamare Ricardo Oliveira, che aveva perso la Seleção con l’addio del capitano Campione del Mondo 1994 alla panchina e solo con lui, “anziano” ma forse al top della carriera, l’ha ritrovata.

Rosario Triolo

@triolor

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Redazione

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