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Euro2024, pianificazione e “Italia”: i segreti della Romania qualificata

Con un turno d’anticipo, la Romania ha staccato il pass per Euro2024, il quarto nel nuovo millennio dopo le partecipazioni del 2000, 2008 e 2016. L’ha fatto da imbattuta del gruppo I, nel quale era presente anche la Svizzera, e con soli 5 gol subiti in 9 gare. Una rosa che, leggendo i nomi, non è ricca di campioni eppure è lì assieme alle grandi del calcio europeo grazie a due ingredienti chiave: pianificazione e “Italia”

 

Pianificazione

Dopo i ritiri di Hagi prima e Mutu, Chivu e Radu poi, la Romania non ha più avuto tra le mani un baby talento da lanciare nel calcio mondiale. La soluzione? Pianificazione, partendo dalle giovanili. Lo sviluppo delle squadre del paese e la valorizzazione delle selezioni minori hanno portato la Romania a diventare protagonista negli Europei U21, in particolare quello del 2019 dove è arrivata fino in semifinale passando da prima nel girone in cui era presente anche la Francia di Marcos Thuram, Ikonè e Guendouzi. 

 

Credits: Tess Lapedota

Vice capocannoniere di quel torneo fu George Puscas con 4 reti, decisivo quattro anni più tardi nella gara contro Israele che ha dato l’aritmetica certezza della qualificazione a Euro2024 della Nazionale maggiore rumena.

Il legame con la Serie A

I migliori giocatori, poi, sono stati mandati a fare esperienze in giro per l’Europa ma è stata l’Italia la catalizzatrice dell’interesse dei giovani rumeni. Ionut Radu, Man, Mihaila, Hagi jr., Marin, Dragusin e Puscas sono solo alcuni dei nomi che sono passati per la Serie A in questi anni. 

 

Questo ha permesso alla Romania di avere uno stile di gioco “all’italiana” basato sulla solidità difensiva (solo 5 gol subiti in 9 gare con una percentuale di parate riuscite dell’83,9%). Ma attenzione a considerarli una squadra che prende pochi gol ma ne fa pochi. La selezione del Ct Iordanescu segna tanto e crea tanto con una media di 15 tiri a gara che hanno prodotto 15 gol nelle 9 gare. 

L’allenatore

Edward Iordanescu: è lui la guida. Un lavoro non semplice soprattutto perché la Romania si porta avanti un problema che anche lo stesso Ct ha più volte dichiarato pubblicamente: i minuti giocati nei club dai calciatori. Pochi per farli arrivare al 100% a Euro2024, eppure i risultati arrivano. Il segreto? Tanto spazio alla mente e poco al cuore. Nessuna scelta impulsiva, ma tutte frutto di un ragionamento logico assieme al suo staff per comporre un mosaico completo di tutte le caratteristiche di cui la Romania ha bisogno. Poi i consigli di un maestro: il padre Anghel Iordanescu, allenatore della “Generazione d’Oro”, arrivata ai quarti di finale della Coppa del Mondo 1994, ha poi raggiunto le fasi finali di EURO ’96, la Coppa del Mondo del 1998 e UEFA EURO 2000. Ora ci riproverà il figlio, senza il talento della Romania del padre ma con la stessa voglia di dimostrare al mondo il suo valore. 

Alessandro Vescini

Nato nel 2000, mi ricordo solo la finale Italia-Francia dei Mondiali 2006 e ho visto Del Piero, Maldini e Totti solo nella parte finale della loro carriera. Questa sfortuna ha frenato la mia passione per il calcio? Se state leggendo questa bio, avete già la risposta.

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