Mile Svilar, portiere della Roma (Imago)
Il portiere della Roma Mile Svilar ha rilasciato un’intervista a La Repubblica. Ecco le parole del giocatore serbo
Dal passato al Benfica al presente con la maglia della Roma. Mile Svilar ha raccontato alcuni aneddoti della sua carriera in un’intervista a La Repubblica. Il portiere ha esordito raccontando la “papera” in Manchester United-Benfica nel 2017: “È cambiato tutto. Ero giovane, magari senza goal-line technology non sarebbe visto entrare il pallone (ride ndr). Sono arrivato al Benfica con molte aspettative, è un club enorme. Forse ho voluto bruciare le tappe“.
Svilar ha raccontato che fin da giovane in Belgio le aspettative sul suo conto erano alte: “Si parlava tanto di me, non mi sentivo arrivato ma pronto per qualcosa di più grande di me. Ho pagato la fretta“.
Il portiere serbo ha dichiarato di aver affrontato momenti difficili nella sua carriera: “Ci sono stati giorni in cui ero arrabbiato e frustrato. Non è facile giocare per quattro, cinque anni. Oggi posso dire che quel periodo mi ha aiutato mentalmente“.
La passione per il calcio, però, ha prevalso su ogni difficoltà.: “Non ho mai pensato di smettere. Sapevo che sarebbe arrivata la mia occasione“.
Svilar ha proseguito l’intervista parlando del suo arrivo alla Roma: “Quando sono arrivato a Roma non mi aspettavo di giocare, sapevo di essere il secondo. Dopo l’esordio di San Siro con Mourinho, De Rossi alla prima partita rimette Rui Patricio. Qualche ora prima della partita mi chiama: ‘Metto Rui perché è più esperto, arriverà presto il tuo momento’. Ha mantenuto la parola“. Ad oggi, in molti ritengono il giallorosso il migliore portiere della Serie A: “Non ci penso, ti può far perdere la concentrazione“.
Il classe 1999 ha parlato anche di Gasperini: “Chiede la massima concentrazione. È “furbo”, sa gestire bene la partita e se stiamo vincendo alza sempre la soglia dell’attenzione, Tiene di più agli allenamenti rispetto agli allenatori che ho avuto finora. Legge il gioco come pochi“.
Il portiere ha parlato anche del rinnovo estivo con la Roma: “Nelle trattative ci sono momenti difficili, in cui si dice qualcosa che non si pensa. Non ho mai pensato di lasciare la Roma“. Sul coro dell’Olimpico: “È un omaggio speciale. Quando la gente ti vuole bene, ti dà una motivazione in più“.
Svilar ha rivelato di essere scaramantico”: Moltissimo. Prima di scendere in campo non mi chiedete di parlare“. Sull’idolo d’infanzia il serbo ha concluso dicendo: “Era Casillas. Attraverso Modric, che ha il mio stesso agente, mi fece arrivare i guanti e la maglia del Real Madrid con una dedica“.
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