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Roma, Spalletti: “Dzeko? Io penso alla Roma e dentro la squadra non ho parenti”

Meno due partite alla fine del campionato con una Roma alla ricerca di un secondo posto che è “un miraggio”. Spalletti però decide di aprire la conferenza stampa rinnovando i complimenti a Ranieri per la vittoria della Premier League con il Leicester: “Vorrei iniziare facendo nuovamente i complimenti a Ranieri. Ha fatto un’impresa. Non ricordo un’impresa di questa portata. Lui è uno dei migliori e si goda questa successo. Nessuno gli ha regalato niente. E’ stato bravissimo, grandissimo lavoro”. Dopo i complimenti (davvero sentiti, ndr), domenica all’ora di pranzo c’è il Chievo, salvo ormai da mesi e protagonista di un campionato da record. Spalletti non sottovaluta i ragazzi di Maran, anzi riserva anche a loro dei complimenti speciali: “Il Chievo ha calciatori specialisti per salvezze sicure e tranquille. Poi c’è una cultura e una storia che parte da Malesani, passa dal 4-4-2 di Del Neri e Maran ha mantenuto questo. Domani verranno a giocarsi la partita, perché gli piace fare così con chiunque. E’ un marchio che loro hanno”.

Spazio ad alcuni commenti personalizzati per molti giocatori della rosa. Strootman, Totti e Dzeko. Complimenti e qualche bacchettata, soprattutto a Dzeko: “Strootman è una macchina, un campione e un leader. E con il Genoa ha giocato una partita da campione quale è“. Il momento di Totti è magico, gol e assist che stanno aiutando la Roma alla rincorsa di quel miraggio chiamato secondo posto: “Totti sta facendo perfettamente quella che era la figura che speravo diventasse. – ammette Spalletti – In termini di presenza dentro la squadra, prestazioni, allenamenti. Sono soddisfatto del suo contributo”. Per Dzeko invece arriva la stoccata: “Per me conta la squadra e i gol. E da quando ci sono io abbiamo fatto 40 gol in 17 partite. Dzeko l’ho fatto giocare poco ma io devo vincere le partite e fare gol e adesso va bene così. Lui dentro questi numeri c’è, ha fatto il suo. Diciamo che non l’ho fatto sentire così comodo, ma è sempre stata una scelta determinata da quello che vedo negli allenamenti. Per me sono importanti gli atteggiamenti e i segnali che mi portano a fare risultati. Dentro la squadra non ho parenti. Io lavoro per la Roma”. Su Florenzi invece Spalletti scherza un po’, soprattutto sul suo ruolo, visto che spesso sembra venga schierato dove serve alla squadra piuttosto che dove potrebbe esprimere il suo potenziale: “Non so dov’è il suo ruolo migliore – ammette ridendo Spalletti – Certo alto è una posizione dove ha fatto vedere che sa stare. Ma ora dovrei togliere o El Shaarawy o Salah. Sapere giocare un po’ ovunque è un merito e con lui si riesce sempre a trovare la quadratura di squadra”.

Domani all’Olimpico tornerà il grande pubblico, quasi 60.000 persone per l’ultima partita casalinga: “Per noi significa molto. In questo ultimo periodo ogni volta che arrivavamo allo stadio chiedevamo quante fossero le presenze sugli spalti. Domani sarà bello ritrovare un grandissimo amico che per un periodo ti aveva aiutato moltissimo, poi non ha potuto più farlo. Domani si ricomincia con una forza maggiore, perché quando si ha una Curva bellissima diventa tutto più facile”. Sul mercato Sabatini nei giorni scorsi aveva ammesso come “servirà una manovra a coda di gatto maculato” per far rimanere Nainggolan e Pjanic nella Roma del prossimo anno. Spalletti glissa e lascia questi discorsi al DS giallorosso: “Sabatini è giusto che lo dica. Però voglio vedere questo gatto maculato. E’ giusto che pensi lui a queste cose. Io devo pensare al campo. Posso dire però che in questo momento dentro la squadra c’è una ricerca unica, un obiettivo unico. C’è una partecipazione anche quando rimangono fuori molto importante. Sono tutti sintonizzati sul finale di stagione e io non voglio uscire da questa direzione”.

Il campionato ormai è finito e il gap con la Juve non è ancora colmato. Bianconeri campioni per la quinta volta e Roma ancora distanziata, come negli ultimi tre anni. Spalletti conclude ammettendo come manchi ancora qualcosa ai suoi ragazzi: “Noi sotto l’aspetto caratteriale qualche passo in avanti lo dobbiamo fare. Ma abbiamo calciatori di personalità come De Rossi, Strootman e Castan, tutti giocatori che stanno tornando e ci daranno una mano da questo punto di vista. Però le squadre forti sono tante: Napoli, Inter e Milan sono sempre lì. Non solo chi arriva davanti è più forte. Poi serve la chiave per far riuscire a far girare tutto alla perfezione. E noi quest’anno siamo riusciti a farlo”.

Redazione

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