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Roma, Spalletti: “Ancelotti il mio maestro. Totti? Difficile lasciarlo in panchina, ma non c’è spazio per i sentimenti”

Alla vigilia della sfida di Champions tra Roma e Real Madrid, Luciano Spalletti ha parlato della propria esperienza da allenatore e del ritorno sulla panchina dei giallorossi sul quotidiano sportivo spagnolo As. Un’occasione per affrontare anche altri temi, dalla parentesi blanca di Ancelotti a Zidane, passando per la situazione relativa a Totti.

“Alla mia prima esperienza da allenatore della Roma vennero fuse le idee di tutti con la qualità dei giocatori che avevo a disposizione. Venne fuori un 4-2-3-0, dove zero era il ruolo di un giocatore che poteva essere ovunque, un calciatore fenomenale di nome Totti. Se mi sento il salvatore della Roma? Quando sono tornato ho provato una sensazione meravigliosa, una cosa che solo chi è tifoso può capire. La società stava vivendo un momento difficile ed ha deciso di cambiare allenatore. In Italia però si cambiano troppo spesso gli allenatori, non è la mentalità giusta. Come è successo con Benitez, chiaramente un presidente deve proteggere gli interessi del proprio club, ma si esonera troppo. Ad un tecnico va data fiducia”.

Sulla sfida contro il Real Madrid Spalletti ha le idee chiare: “Conosco bene le Merengues, li ho visti giocare diverse volte, soprattutto quando l’allenatore era il mio amico Carlo Ancelotti. È il mio maestro, il migliore allenatore che abbiamo in Italia e qui abbiamo la migliore scuola di tecnici al mondo. Da lui ho imparato tutto, ogni volta che andiamo fuori a cena cerco di assimilare tutto quello che dice sul calcio. È una grande persona oltre che un grande allenatore. Mi è sempre piaciuto molto anche Sacchi. Ha rivoluzionato il calcio. Ma anche oggi in Italia ci sono allenatori che stanno facendo bene: Giampaolo, Sousa, Sarri, Ventura, Montella, Maran, Di Francesco …”

Sul rapporto con Totti, poi, Spalletti ha proseguito così: “Non è facile tenerlo in panchina, ma il mio obiettivo primario è il risultato. Non scelgo i giocatori in base alla loro storia. Detto questo il mio rapporto con lui è perfetto. Lui è un giocatore che riesce ad illuminare la fase offensiva con la sua qualità. Dipende però anche dagli avversari, perché se la squadra ha bisogno di mettere pressione, diventa difficile sfruttarne le doti. Allo stato attuale, la squadra non è in grado di gestire al meglio Totti. Al momento dobbiamo solo lavorare sodo e tornare ad alti livelli. Fino ad allora non c’è spazio per i sentimenti. In attacco abbiamo Salah e sono contento che sia a disposizione. Ha grandi qualità e la capacità di cambiare da solo le sorti della partita”.

Spalletti ritroverà domani come avversario in panchina Zinedine Zidane: “È stato un giocatore fantastico, me lo ricordo bene alla Juventus, un leader vero. Dopo una carriera così, fare l’allenatore diventa più semplice. Ha il rispetto di tutti e questo aiuta molto nell’impatto in questo nuovo ruolo. Possiede anche il carisma giusto per sfruttare al meglio le qualità dei suoi giocatori. Come si fa a conquistare la fiducia dei giocatori? L’importante è non mentire loro. Un calciatore si accorge subito. Bisogna essere leali e mostrare loro la via giusta da percorrere”.

Infine, un pensiero sull’avversario: “Il Real Madrid è una squadra fortissima, basta pensare che hanno un certo Cristiano Ronaldo. Con la Roma l’ho affrontato quando giocava nel Manchester United e faceva cose impossibili. A me piace molto anche Modric, mi sarebbe piaciuto allenarlo allo Zenit, ma c’erano dei costi proibitivi. Luiz Enrique e Benitez? In Italia hanno avuto difficoltà, ma è una casualità. Quando un italiano va all’esterno viene rispettata la sua esperienza e si cerca di imparare la sua filosofia di gioco. Al contrario in Italia non avviene lo stesso. Non siamo ancora pronti ad imparare una mentalità diversa”.

Redazione

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