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Roma, Abdulhamid si racconta: “Essermi adattato mi ha fatto bene”

Da elemento criptico, a giocatore apprezzato da tutti, il passo è breve. Soprattutto se ti chiami Saud Abdulhamid. A seguito del gol messo a segno in Europa League nella partita contro il Braga (di cui è stato anche “Man of The match“), il calciatore saudita è entrato – e non poco – nei cuori dei giallorossi. L’esterno della Roma si è raccontato e ha concesso un’intervista ai microfoni di Kora Break, canale Youtube di calcio arabo. 

 

Roma, l’intervista di Abdulhamid

Il calciatore della Roma Saud Abdulhamid si è raccontato ai microfoni del canale Youtube Kora Break: “L’arrivo in Serie A è stato un grande passo per me. Si tratta di un campionato importante, una nuova esperienza. So bene che non giocherò sempre dall’inizio nelle partite, ma l’occasione può capitare con il tempo. Posso giocare anche poco ma dare lo stesso il mio contributo per aiutare la squadra. Tutto quello su cui mi sto focalizzando ogni giorno è lavorare duro negli allenamenti. Qualche volta, quando finisco la seduta con la squadra, vado in palestra. Devo essere all’altezza della scelta che ho fatto, ma ovviamente non è un processo facile in un campionato in Europa”. 

 


Credits: Domenico Bari 

 

Il calciatore della Roma ha poi continuato parlando della sua routine: “Mi sveglio tutte le mattine alle 7, ma prima di questo mi alzo sempre alle 5 per pregarePoi l’autista mi accompagna a Trigoria per le 8.30 e resto lì fino alle 14.30. Passo quasi tutto il giorno con la squadra. La differenza è che in Europa ci si allena la mattina ed è la prima volta per me. Difficoltà con la lingua? Mi avevano messo in un gruppo Whatsapp in italiano e un altro grande problema è stato tradurre le chat o in inglese o in arabo. Qualche volta ho chiesto di scrivermi in inglese per rendermi più facile il lavoro. Imparerò la lingua italiana? Sicuramente, mi sono già organizzato con un insegnante per impararla. Devo farlo per integrarmi”.

 

Infine, Saud ha concluso così la sua intervista:Chatto con i miei compagni di squadra, ma loro non parlano inglese con eccessiva scioltezza. Qui sto vivendo un grande momento della mia vita, ma abituarmi agli allenamenti alla mattina ha richiesto tempo. Vado a dormire quasi sempre tra le 9 e le 10 di sera. Sembra di essere tornati ai tempi della scuola, ma adesso sono felice di questo ritmo di vita. Essermi adattato mi ha fatto bene e sento la differenza negli allenamenti”.

 

 

Redazione

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