Una partita frenetica, piena di occasioni e colpi di scena. Poi, il gol decisivo: una pennellata delle sue, una dei colpi nell’arsenale di Stephan El Shaarawy.
Palo-rete: a portare a casa i 3 punti è la Roma. L’immagine della partita, però, non è del numero 92: il protagonista è José Mourinho.
Nel giorno delle sue 1000 partite, lo Special One si emoziona e lascia andare tutta la sua gioia incontenibile con una corsa verso la curva, per esultare insieme ai suoi giocatori.
“È un gol speciale perché durante la settimana sono stato bugiardo anche con me stesso: mi sono detto che era una partita come le altre, ma non lo era. Era una partita con un numero speciale, voglio ricordare per sempre la partita numero 1000“: un traguardo per sempre immortalato in quella corsa.
Mourinho non è nuovo a queste cose: quella di Roma-Sassuolo è solo l’ultima delle sue inconfondibili corse.
A partire da Manchester United-Porto: la leggenda dello Special One inizia lì. Minuto 90: il Manchester di Ferguson sta vincendo 1-0, risultato che manderebbe a casa i portoghesi. Ma l’ultima parola è di Costinha: su una respinta goffa di Tim Howard, il portoghese insacca l’1-1 decisivo.
Mourinho non ci vede più e parte verso la bandierina per esultare con i suoi giocatori. È l’inizio della leggenda, il gol che cambia la storia di José e lancia il Porto verso il trionfo europeo.
Anche i tifosi dell’Inter certe corse le ricorderanno bene: la prima è arrivata il 20 dicembre 2008. Si gioca Siena-Inter e i nerazzurri sono fermi sull’1-1. A deciderla è Maicon con uno scavetto all’84esimo: Mou si lascia andare e corre ad abbracciare il suo uomo partita.
Per i nerazzurri, però, la più memorabile resta quella di Barcellona-Inter: il penultimo ostacolo a separare i nerazzurri dal triplete è il Camp Nou. I blaugrana di Messi e Ibrahimovic danno il tutto per tutto per ribaltare il 3-1 dell’andata, ma niente da fare: sotto gli occhi dei tifosi ammutoliti a esultare è Mourinho.
Niente da fare per Victor Valdes, che prova a frenare la gioia del portoghese: la corsa a braccia alzate del portoghese rimarrà per sempre impressa nella storia dell’Inter.
Oggi come 11 anni fa, la storia si ripete: il gol di El Shaarawy regala a Mourinho la gioia di un’altra corsa. Una corsa spontanea, una corsa dal sapore speciale. “Oggi non avevo 58 anni: oggi ne avevo 10-12, quando inizi a sognare una carriera nel calcio. È stata la corsa di un bambino“.
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