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Roma, primo sorriso Schick

Finalmente”, Patrick Schick. Detto tutto d’un fiato, come a liberarsi di un peso. Il peso dell’etichetta di giocatore più pagato della storia della Roma e quello del campo. Il giudizio implacabile, che per un attaccante segue esclusivamente la voce dei gol segnati. Fino a ora solo uno, e anche ininfluente, nell’eliminazione dalla Coppa Italia subita contro il Torino, che qualcuno magari aveva già rimosso. Troppo poco per le aspettative che lo avevano seguito una volta arrivato a Roma.

Duecentotrentacinque giorni dopo la firma ufficiale, ecco Schick. Quello che tutti ricordavano, eccolo anche in gol in campionato. Prima c’era stata la consacrazione alla Sampdoria. Gol e assist che avevano convinto, soprattutto la Juventus. Nel mezzo le visite mediche proprio con i bianconeri a fine giugno, prima del dietrofront. Un conto aperto con la Juventus che si è riproposto il 23 dicembre, quando all’Allianz Stadium il ceco ha anche avuto sul sinistro l’opportunità di regalare il pareggio alla Roma e di regalarsi un po’ più di stima da parte dei tifosi giallorossi. Il destino e Szczęsny però gli hanno chiuso la porta. Le chiamano sliding doors, o porte girevoli, di una stagione che non sembrava voler girare nel verso giusto. A causa di qualche infortunio e della presunta poca adattabilità con Dzeko. Meglio prima punta o esterno?

La risposta la darà Di Francesco, traducendola in campo contro il Barcellona. La partita più pazza degli ultimi 30 anni di storia giallorossa, quel tre a zero che qualcuno ancora stenta a credere, giocato proprio con Dzeko e Schick (alla prima da titolare in Europa) insieme dal primo minuto al centro dell’attacco. Nonostante una partita perfetta, il ceco era sembrato il giocatore meno in simbiosi con la squadra. Qualche scelta sbagliata e dei movimenti poco armoniosi, ma poco importava.

Oggi invece non ha sbagliato. Ha perseverato dopo i primi errori. Incitato proprio da Dzeko, quello che ha la maglia da titolare e occupa la posizione al centro dell’attacco. Nessuna rivalità tra i due. Anzi tocca al bosniaco fare da guida in campo al più giovane. Anche a Ferrara, dalla panchina Dzeko ha spronato il ceco nella prima ora di gioco, quando la porta sembrava lontana e ogni scelta sbagliata. Schick ripaga la fiducia facendo un gol, di testa, come pochi gliene abbiamo visti fare in carriera. Da vera punta, come ne ha visti fare tanti invece a Dzeko. Che sempre quelle porte girevoli, questa volta del calciomercato, volevano lontano da Roma, anche per puntare definitivamente sul ceco e dare ragione all’investimento estivo. Chissà come sarebbe andata allora la stagione della Roma. Ha avuto ragione Di Francesco contro il Barcellona. Ma oggi ha avuto ragione anche Patrick Schick, finalmente.

Riccardo Setth

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