Una visita di cortesia, nulla di più. Quella di Mino Raiola a Trigoria quest’oggi è stata una giornata di saluti e di chiacchierate. Con i suoi due assistiti, Luca Pellegrini e Justin Kluivert, ma anche con Monchi. Per raccogliere le prime impressione dei due ragazzi e mantenere l’ottimo rapporto con il direttore sportivo.
Felicità e soddisfazione. E’ stato questo il filo conduttore dei due colloqui, prontamente riferiti alla dirigenza giallorossa. Migliore scelta questa estate non potevano farla: Pellegrini con l’importante rinnovo di contratto e la permanenza in prima squadra, Kluivert con la scelta di vestire giallorosso nonostante le tante sirene delle big europee. E i primi mesi di Roma sono lì a confermarlo.
L’esordio in Serie A (con assist) contro il Frosinone, insieme alle belle parole di Di Francesco appena ce n’è occasione, sono per Pellegrini solo uno stimolo ulteriore a lavorare e crescere. Tra i grandi, come ha sempre voluto, per diventare grande. “Ha qualità importanti ma deve continuare a lavorare con umiltà. Contro il Frosinone è entrato sul 3-0 ma non è entrato per caso, l’ho fatto perchè sta facendo bene”, l’ultima carezza dell’allenatore della Roma.
Carezze offerte anche a Justin Kluivert. Non sotto forma di parole, ma di protezione. Dopo il lampo a Torino, la tribuna di Madrid e la cattiva prestazione di Bologna potevano bruciarlo. Meglio un po’ d’ombra attorno all’olandese. Serviva prima ritrovare la Roma e poi rilanciare il suo gioiello grezzo. E domani contro il Plzen sarà titolare, pronto per l’esordio nell’Europa dei grandi. Vuole essere protagonista Justin, ma in punta di piedi. Ascoltando, lavorando e imparando. Magari rimettendoci lo zampino, come a Torino. Cercasi lettera di felicità… per due: mittente olandese, destinatario bosniaco.
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