Henrikh Mkhitaryan si prepara a vivere la terza stagione consecutiva con la maglia della Roma, dopo il rinnovo annuale del contratto firmato nelle scorse settimane.
“Ho creduto nel progetto del cluub, mi è piaciuto. Dal primo giorno ho detto che la Roma mi piace tanto: la città, la squadra, tutto, e per questo ho rinnovato il contratto per un anno perché credo che possiamo vincere qualcosa con questa squadra. Ho avuto qualche offerta dall’estero e dall’Italia ma ho preso la decisione di rimanere qui e sono contento”, così l’attaccante armeno ai microfoni di Sky Sport.
Sulla prossima stagione con Mourinho in panchina: “E’ un allenatore con tanta ambizione e vuole vincere sempre. Per lui è importante vincere: se giochi bene o male, l’importante sono i tre punti.Tutti sanno che ha vinto quasi tutto da allenatore e speriamo che anche a Roma possiamo vincere qualcosa perché è un allenatore che fa dare di più”.
Sul rapporto con l’allenatore portoghese: “Fa parte del passato, non voglio parlarne. Ne abbiamo parlato insieme. Lo conosco bene e so cosa chiede ai giocatori, per quello posso dire che sono pronto a tutto. Abbiamo chiarito tutto”.
Sulle aspettative per il prossimo campionato: “Gli obiettivi non sono cambiati rispetto all’anno scorso. Vogliamo far meglio e vedremo dove arriveremo. Non sarà facile perché abbiamo un nuovo allenatore con nuove idee: dobbiamo adattarci per fare il meglio possibile. Mi aspetto di fare meglio dello scorso anno. Sono 2-3 anni senza Champions League, dobbiamo lavorare di più e credere che possiamo arrivare in Champions”.
Su Zaniolo: “Dal primo giorno che l’ho visto allenarsi penso che è un calciatore fantastico. Ho tanta fiducia in lui e sono sicuro che darà qualcosa in più a questa squadra. La sua potenza, la sua forza, la capacità tecnica, tattica e l’intelligenza possono parlare per lui. Spero possa aiutare la Roma ad arrivare in alto”.
Il classe 1989 si è soffermato poi sui tre giocatori più forti con cui ha giocato: “Posso dire Ibrahimovic, per la sua classe la sua intelligenza di capire il calcio. Poi dico Pogba perché è un giocatore forte e ogni tanto è sottovalutato ma può fare la differenza. Al terzo posto dico Aubameyang, perché ci capivamo molto bene sia all’Arsenal che al Dortmund”. Sul Pallone d’Oro: “Lo assegnerei a Jorginho perché è forte e ha vinto la Champions League col Chelsea e l’Europeo con l’Italia. Oppure a Messi, per aver vinto la Copa America con l’Argentina dopo 28 anni”.
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