“Essere un giocatore della Roma è una grande responsabilità“. Sono state queste le parole di Lorenzo Pellegrini ai microfoni ufficiali della società giallorossa. Tanti i temi toccati, dal rapporto con la città alla responsabilità di portare la fascia da capitano.
Trenta presenze condite da nove reti e cinque assist. Sono questi i numeri di Lorenzo Pellegrini in questa stagione tra Serie A, Europa League e Coppa Italia con la maglia della Roma. Dopo la vittoria arrivata nel derby contro la Lazio, il centrocampista ha risposto a delle domande sui canali ufficiali della società. “Essere un giocatore della Roma è una grande responsabilità. Sento mia questa maglia dato che sono nato e cresciuto in questa città. Senti tuo anche lo stadio, le persone che lottano insieme a te. Soprattutto è una grande responsabilità. Chiunque deve capire il significato di poter giocare nella Roma”.
Pellegrini ha continuato parlando della responsabilità di essere il capitano della Roma dopo Francesco Totti e Daniele De Rossi: “Sono due nomi che hanno fatto la storia della Roma. La fascia deve essere portata tutti i giorni. Giocare nella Roma è un grande onore per chiunque, figuriamoci per un ragazzino cresciuto a Cinecittà. Gol o assist? Inizialmente ero più per l’assist, ti permette di vivere di più l’azione grazie alla tua giocata e alla realizzazione del compagno. Ho scelto il numero sette perché mi ha sempre portato fortuna sin da bambino“.
Infine, Pellegrini ha concluso parlando del rapporto con Mancini e del luogo che preferisce di Roma: “Nello spogliatoio è come un fratello, ma devo ammettere che fa un po’ di confusione. Alisson? Segnargli un gol era difficilissimo. Sono molto legato ad Antonello Venditti, quando ero a Modena soffrivo un po’ di nostalgia. Così ascoltavo le sue canzoni, con lui ci sono cresciuto dato che le ascoltava mio papà. Quando ascolto lui mi sento sempre a casa”.
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