Dopo lo 0-0 con l’Atletico Madrid all’esordio in Champions League, la Roma è attesa dalla sfida di domani a Baku contro il Qarabag. Fondamentale ottenere i tre punti in vista della doppia sfida con il Chelsea. Ecco le parole di Eusebio Di Francesco e Juan Jesus, intervenuti in conferenza stampa a Baku. Di Francesco: “Ci sono giocatori che hanno grande esperienza, alleno tutti i giocatori nello stesso modo. E’ stata una scelta ad inizio stagione, voglio giocatori che affrontino al meglio ogni gara, come questa. Dobbiamo avere grande rispetto per il Qarabag, ci dicono che ci sono cose date per scontate ma domani sarà molto complicata la partita. Nell’ultimo periodo ho trovato El Shaarawy molto bene, ha un ruolo molto dispensioso e giocheranno tutti. Interpreta al meglio questo gioco e ruolo, è uno dei titolari”.
“Non credo alla teoria di una Serie A poco allenante. Ci sono sempre squadre che dominano e altre meno. Noi dobbiamo alzare il livello, non credo sia colpa della Serie A se non l’abbiamo ancora fatto noi. Al di là del fatto che io dico che tutte le partite sono difficili. Noi siamo tecnicamente superiori al Qarabag, però sarà complicata. Dzeko e Kolarov saranno titolari. Turnover? Non mi sono mai reso conto di cambiarne cinque per volta, cambierò qualcosa e succederà anche a Milano. Preferisco Immobile o Dzeko? Ovviamente Edin, Immobile lavora differentemente. Dzeko dà alternative differenti, per come gioca la Lazio, Immobile è devastante. Io mi tengo Dzeko. Sono qui principalmente per vincere la partita, magari notiamo qualche giocatore ma principalmente vogliamo vincere. Defrel può giocare ancora esterno, ci sono giocatori che devo vedere allenarsi, lui lo conosco meglio di altri. Quando resta fuori è perchè faccio altre valutazioni”.
Juan Jesus: “Giochiamo più alti perchè guardiamo la palla, siamo più corti e lavoriamo sul recupero di palla immediato. Dobbiamo stare corti per riuscire a guadagnare prima il pallone. Contro il Qarabag mi ricordo che con l’Inter a San Siro era stato difficile, è una squadra che è cresciuta tantissimo: ci sono giocatori più forti dell’ultima volta. Io credo che quando ci sono dei cambi di squadra ci metti sempre un po’. Da novembre dell’anno scorso però giocavo come sempre, io devo lavorare per me. Il lavoro paga sempre e sta venendo pagato. Io ho vissuto sei-sette stagioni all’Inter, anche lì l’ambiente è difficile. Se giochi male non sei capace. Sono sempre stato umile, i tifosi esprimono quello che voglio. Se domani o dopo succederà qualcosa i fischi li lascio dove sono”.
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