Sono 52 le candeline spente oggi da Roberto Boscaglia, l'allenatore della Virtus Entella, tra i grandi veterani delle panchine della Serie B. Per l'occasione ha parlato con noi in diretta Instagram in cui ci ha raccontato la sua giornata, il suo rapporto con la ripresa del campionato e qualche ricordo di carriera.
"È ancora tutto un’incognita. Il primo mese abbiamo lavorato tanto con le videochiamate, ci siamo anche fermati per un periodo, ma ultimamente si è aperta qualche porticina per riprendere e siamo stati convocati qui e ci prepariamo per un’eventuale ripresa" ha detto riguardo la quarantena sua e dei suoi ragazzi.
Spazio poi a protocollo e questione infortuni. "Per le squadre di B il protocollo non è semplice da seguire, infatti molte squadre di B non hanno neanche preso ad allenarsi, ad esempio riprenderemmo a Cosenza e non sappiamo come comportarci con gli alberghi, molti non hanno riaperto" – continua Boscaglia – "Oggi il rischio infortunio è alto, non stiamo forzando. Passeremo più tardi a una fase successiva dove potremo forzare. Non è come l’anno scorso in cui abbiamo giocato tante partite in pochi giorni, perché ci allenavamo diversamente. Il rischio è di affaticarsi dopo le prime partite, con gli infrasettimanali, un allenatore dovrà far rifiatare i ragazzi".
La stagione dell'Entella neopromosso sta rispecchiando leprevisioni. "Abbiamo fatto una grande partenza, grazie all’entusiasmo della scorsa stagione. Dopo un calo ci siamo ripresi,, eravamo tornati anche al quarto posto, adesso siamo a 3 punti dai playoff, ma bisogna stare attenti perché sarà un campionato imprevedibile".
Analizzata la situazione attuale c'è campo libero per viaggiare tra i ricordi, a aprtire da quello della clamorosa promozione di un anno fa. "Non ero riuscito a dormire la notte, la mattina dopo Nizzetto mi disse che avremmo vinto noi il campionato. Era difficile perché nell’ultima settimana avevamo perso il primato, non dipendeva da noi ma abbiamo vinto e grazie al passo falso del Piacenza ce l’abbiamo fatta. Dopo una cavalcata così era assurdo non vincere il campionato, abbiamo fatto 39 partite in nove mesi e mezzo, siamo anche arrivati a Roma in Coppa Italia, una stagione incredibile".
Coppa Italia che lo portò anche a giocare contro la sua squadra del cuore. "La partita a San Siro col Trapani contro l’Inter è uno dei ricordi più belli della mia vita: io sono interista, è stata una grande emozione".
Ora rimane un sogno nel cassetto, quello della Serie A. "Vorrei vincere un campionato, arrivare in A con le mie gambe come ho fatto dalla C alla B, tutto quello che ho fatto in carriera l'ho ottenuto sul campo".
E infine un racconto su Tonali, lanciato da lui in prima squadra giovanissimo. "Quando ero a Brescia lui veniva dagli allievi, ma lo vidi giocare e chiesti di portarlo in prima squadra. Gli facevano tutti i complimenti ma lui non si montava la testa, gli chiedevo di stare tranquillo, è stato fantastico e ha enormi qualità tecniche e di forza, è destinato ad arrivare a grandissimi livelli. Mi ha impressionato per la personalità, l'ho fatto esordire con l'Avellino e sembrava un veterano, quando va in nazionale è uguale".
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