Quella di Robert Renan, difensore brasiliano seguito dall’Inter, è una storia di lacrime e riscatto. Di attivismo, fede e redenzione.
Questo ragazzo di appena vent’anni è cresciuto molto in fretta. Non solo perché è sposato da quasi un anno e ha vissuto in un paese lontanissimo (in tutti i sensi) dal suo Brasile, la Russia. Renan è diventato grande quando era ancora un bambino, per tutto quello che è stato costretto a vedere.
Facciamo un passo indietro. Renan nasce nel 2003 a Ceilandia, città di circa 400mila abitanti del sud-ovest del Brasile. Siamo in uno dei territori più malfamati del Paese: basti pensare che nel 2014 Ceilandia registrò una media di più di 30 morti violente ogni 100mila abitanti.
La violenza toccò direttamente lo stesso Robert: il suo amico Cristian fu ucciso, giovanissimo, davanti ai suoi occhi. Accadde per errore, fu un tragico scambio di persona che cambiò la vita di Robert per sempre.
“Mi disse che nei minuti successivi faceva fatica a camminare“, racconterà anni dopo il padre. Preto Beto – il suo nome d’arte – è un rapper piuttosto conosciuto dalle sue parti (ed è anche laureato in Psicologia). Nei suoi testi, parla della realtà sociale del Brasile e della comunità in cui è cresciuta la famiglia.
Robert da ragazzo dovette fare i conti anche col razzismo: a 11 anni fu fermato per un controllo, mentre mangiava una banana, e fu chiamato “scimmia” da un poliziotto. Un altro episodio che lo segnò nel profondo.
Il ragazzo ha ereditato dal padre l’attivismo sociale: da giovanissimo prese parte insieme a due amici a un appello pubblico (registrato con una maglia del Manchester City addosso) contro la violenza tra bande nei quartieri. Oggi, durante le vacanze, torna a Ceilandia per la “Copa Robert Renan”, a cui partecipano centinaia di bambini e ragazzi del posto.
La carriera da calciatore comincia nelle giovanili del Corinthians, poi il trasferimento in Russia, allo Zenit San Pietroburgo che ancora oggi ne detiene il cartellino. Le nazionali giovanili (e il Mondiale Under 20) per mettersi in mostra, poi il prestito all’Internacional nell’ultima stagione.
Secondo la madre, che al figlio ha trasmesso anche la fede religiosa, Robert “è più forte di Thiago Silva“, e “un giorno vincerà il Pallone d’Oro“. Intanto il suo futuro potrebbe essere in Italia.
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