Robert Green: “Donnarumma impressionante, in Inghilterra solo Banks come lui. Incute timore nell’Arsenal”

Robert Green, ex portiere di West Ham e Chelsea, è intervenuto ai nostri microfoni parlando di Donnarumma in vista della semifinale di ritorno tra PSG e Arsenal
In vista del ritorno della semifinale di Champions League tra PSG e Arsenal, l’ex portiere di Inghilterra, West Ham, Norwich, QPR e Chelsea Robert Green è intervenuto ai nostri microfoni. Il classe 1980 ci ha parlato di Gianluigi Donnarumma, che dopo la partita d’andata è stato riconosciuto da tanti come il miglior portiere al mondo.
Sulla grande stagione dell’ex Milan, che con le sue parate ha contribuito a eliminare tre squadre inglese in Champions League, ha esordito così: “È una stagione interessante per lui. Il PSG fu molto criticato come squadra a inizio stagione e lui con delle prestazioni così così non aiutò. Ma i grandi giocatori fanno la differenza nelle grandi partite e lui è ‘arrivato’“.
Green ha proseguito: “Se ripensiamo alla partita del Villa Park o la gara d’andata qui (all’Emirates contro l’Arsenal ndr) ha fatto grandi parate, sopratutto nel ‘caos’ di Birmingham. Mi vengono in mente anche i rigori e i grandi momenti contro il Liverpool. Il PSG poi non è una squadra ‘grossa’ quanto ad altezza. È una squadra che viene dominata a livello fisico e suoi cross. Ma Donnarumma ha dato una bella mano sulle palle aeree“.
“Se giocasse nell’Arsenal non ce ne sarebbe bisogno ma con Marquinhos (alto 1,83m) davanti… non ha altra scelta. Donnarumma è davvero impressionante“.
Green: “Donnarumma è un portiere delle grandi occasioni”
L’ex portiere del Chelsea ha parlato delle prestazioni in Inghilterra di Donnarumma, ricordando le sue parate a Euro 2020, quando alzò la coppa a Wembley: “Ci sono stili di gioco che meglio si addicono a certi giocatori. Io ad esempio amavo giocare all’Emirates. Con il West Ham (nel 2006, ndr) siamo stati la prima squadra a vincere qui. Poi ogni volta che ho giocato a Wembley ne sono uscito fuori vincitore. Ci sono dei luoghi dove ti senti a casa e dove sei felice. Poi affronti calciatori di cui conosci il modo di giocare e le caratteristiche del calcio inglese sembrano esaltare Donnarumma. Contro l’Arsenal la sua prestazione è stata pazzesca“.
L’Inghilterra, secondo Green, ha avuto un portiere che ricorda l’importanza di Donnarumma per l’Italia: “Prima di me c’era Gordon Banks che ha vinto il mondiale con l’Inghilterra grazie anche a quella parata su Pelé. Il PSG inizialmente non sembrava l’ideale come squadra per far valere le sue qualità. Ma lui sta facendo la differenza in una squadra che non è la migliore, e questo è speciale. Emiliano Martinez con l’Argentina è stato fantastico, ma aveva anche una squadra fantastica davanti con tanti ottimi giocatori come Messi e Alexis Mac Allister. Giocatori che ti fanno capire perché hanno vinto il Mondiale mentre non si può dire la stessa cosa dell’Italia agli Europei“.
Ha poi parlato dell’esordio precoce dell’ex Milan, arrivato a 16 anni e otto mesi nell’ottobre 2015: “Ha soli 26 anni ma sta giocando da 10 (ride, ndr). Da allora ha giocato tante partite e accumulato tantissima esperienza. È un portiere delle grandi occasioni“.
“Donnarumma incute timore nei Gunners”
Green ha commentato le parate di Donnarumma all’andata, soprattutto sulle conclusioni di Trossard e Martinelli: “Prodezze o errori? Un mix delle due cose. Le conclusioni di Martinelli e Odegaard non erano perfette. Sono mancati i piccoli dettagli, se manca anche l’uno per cento Donnarumma ti para il tiro. Se l’Arsenal avesse un attaccante migliore o se in quel momento c’erano Henry o Bergkamp dei giorni belli sarebbe stato gol“.
Ha poi concluso parlando del possibile vantaggio psicologico dato dal match dell’andata: “Certo che conterà sapere quando entri in campo che hai già battuto il tuo avversario e fatto delle grandi parate contro questi giocatori. Nella testa i giocatori dell’Arsenal quando attaccano penseranno ‘ oh no, è Donnarumma’. Lui incute timore nei Gunners e loro sanno che per far gol il tiro deve essere perfetto altrimenti non segnano“.
A cura di Alessandro Schiavone