Madrid e il Superclásico, un’attesa snervante e preoccupata da parte di una città che si è ritrovata a gestire un evento tanto prestigioso quanto complicato. Allerta massima per la partita dell’anno, per la quale la città ha previsto una forte organizzazione e sicurezza.
Due piazze ai lati opposti del Bernabéu: così saranno distribuite le fan-zone, le zone di raccolta dei tifosi nel prepartita. Due Km della via Castellana a dividere le due tifoserie per evitare contatti in quello che dovrà essere un clima di festa: il River a nord, il Boca a sud, a Buenos Aires come a Madrid, non cambierà nulla neanche sugli spalti. Infatti i Millonarios avranno la curva esposta a nord, quella opposta sarà invece dedicata ai tifosi del Boca, rispettando così anche la collocazione geografica nella capitale argentina.
E se il prepartita sembra risolto, i problemi potrebbero arrivare al termine della finale, quando i tifosi si getteranno nelle piazze per festeggiare. Plaza Cibeles e la Fuente de Neptuno, i luoghi dove vengono festeggiati solitamente i successi di Real e Atlético Madrid dovrebbero essere al riparo dai festeggiamenti che molto probabilmente si svolgeranno a Puerta del Sol qualora vincesse il River, o a Plaza Colón se la Copa Libertadores dovesse andare al Boca Juniors.
Juniors con la S in fondo, la scrittura corretta. Cosa che dovrebbe essere abbastanza scontata per chi sta organizzando la partita dell’anno ma che evidentemente è sfuggita d’occhio. All’esterno del Bernabéu durante la partita di Copa del Rey tra Real e Melilla sono state vendute già delle sciarpe celebrative della finale di domenica, con un grave errore di stampa visto che nella metà azul y oro è stato scritto il nome “Boca Junior”. Il Boca Junior esisterebbe anche, ma è un piccolo club del Sergipe, Stato più piccolo del Brasile, che omaggia con stemma e colori proprio gli Xeneizes di Buenos Aires, quelli con la S in fondo.
Un evento che porterà a Madrid tantissimi tifosi dal Sudamerica, tranne uno che sicuramente rimarrà a casa pur seguendo sempre allo stadio le partite del Boca. SI tratta di Felipe Benedetto, il figlio del Pipa Darío, che non può viaggiare in Spagna per un motivo singolare: è nato in Messico durante l’esperienza al Club América del padre e possedendo solo il passaporto messicano, non può viaggiare in Spagna. Una grave perdita di colore visto che il piccolo Benedetto si è spesso reso protagonista di alcune gag divertenti proprio nel Superclásico, come quando si travestì da fantasma della B per schernire la retrocessione del River. Sicurezza e folklore, il lato bello del River-Boca più atteso e lungo di sempre nella Madrid della pace.
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