Nel mondo del calcio può capitare che un giocatore dichiari pubblicamente i propri problemi personali, uscendo allo scoperto e condividendoli con il mondo. Tra questi rientrano alcuni vizi come l’alcool, il gioco d’azzardo e più in generale la vita notturna che, portati all’eccesso, possono influenzare la routine e le prestazioni di un calciatore, inghiottendolo in un vortice da cui è difficile uscire.
Rio Ferdinand non ha fatto mistero di aver dovuto combattere contro un nemico difficile da battere, un avversario perfido che avrebbe potuto rovinargli la carriera: “Quando ero più giovane, ero un pazzo – le parole dell’ex difensore dello United al Guardian – i ricordi della mia carriera sono confusi, la gente parla di alcuni momenti di gioco, io mi siedo e annuisco. Non ho idea di che cosa stiano parlando, non ricordo per via dell’alcool. Esageravo. Potevo superare otto, nove, dieci pinte di birra. Poi passavo alla vodka. Sarei potuto andare avanti a bere tutto il giorno”.
Un periodo complicato della propria vita, di cui Ferdinand si è pentito: “Allora c’era una cultura diversa rispetto ad oggi. Quando io ero al West Ham pensavamo al calcio, a bere e ai nightclub. Alle persone che mi chiedono se ho qualche rimpianto da giocatore, dico che non avrei dovuto bere alcolici. Sono stato fortunato, ho avuto una capacità naturale per superare quel periodo della mia vita”.
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