BVB, Roma e due titoli: le quattro rimonte della stagione 2024/25

Due stagioni in una per Roma e Borussia Dortmund; due titoli vinti da Barcellona e PSV: le rimonte della stagione 2024/25
Entrambe hanno iniziato l’anno prefissandosi un obiettivo ben preciso: riconfermarsi Campioni d’Olanda per la seconda volta consecutiva e tornare a vincere LaLiga dopo il dominio Blancos della scorsa stagione.
A metà stagione inoltrata, le posizioni in classifica di PSV Eindhoven e Barcellona non erano perfettamente in linea alle aspettative. Nessun ridimensionamento, ma gli obiettivi sopraccitati erano più distanti del previsto.
Del tutto diversi sono i casi di Borussia Dortmund e Roma, che si sono ritrovate in zone della classifica rimaste inesplorate per diversi anni. Stavolta sì: ridimensionamento è il termine adatto. Ridefinire i propri obiettivi e dover riemergere da due situazioni tanto sconosciute quanto pericolose.
Quattro club con un denominatore comune: la rimonta. PSV e Barça hanno recuperato i tanti punti persi, e si sono lasciate alle spalle tutte le altre squadre. BVB e Roma si sono rialzate e si sono qualificate a una coppa europea. Traguardi sperati ma che stavano diventando offuscati, lontani.
Distanze annullate, titoli vinti
Nelle 8 partite di Liga tra il 10 novembre 2024 e il 18 gennaio 2025, il Barcellona ha raccolto 6 punti su 24 disponibili. È passato dal primo posto in solitaria con 33 punti (a +6 sulla seconda) a un terzo posto anonimo e anomalo, distante 7 punti dal Real Madrid primo. Il Barça di quelle 8 gare è poco lucido (contro Getafe, Atlético Madrid e Leganés) e un po’ meno creativo rispetto al solito (contro la Real Sociedad). L’assenza per 3 partite di Yamal ha complicato ulteriormente le cose e la media gol segnati a partita si è abbassata a 1.5. Lo stesso dato sale a 2.9 reti realizzate se si considerano tutte e 59 le sfide disputate in stagione. Nelle successive 16 partite cambia tutto e il Barcellona ritrova sé stesso: totalizza 44 punti su 48 e vince il campionato nel derby della città, in casa dell’Espanyol. Lo fa giocando un calcio nuovo, affascinante e coinvolgente.
Da Barcellona a Eindhoven, da un attacco incontrastabile a un altro. La 26esima Eredivisie del PSV è (anche) “merito” dell’Ajax. Nel periodo in cui la squadra di Peter Bosz ha vinto 7 partite consecutive in campionato, quella di Francesco Farioli ha decelerato, collezionando solamente 11 punti su 21. Al termine della 28ª giornata, il PSV era in ritardo di 9 punti rispetto all’Ajax capolista. Poi la rincorsa e il sorpasso definitivo alla penultima curva, grazie al gol di Blokzijl al 90+9’ di Groningen-Ajax, terminata con il risultato di 2-2. Epilogo crudele e impietoso per una, inebriante ed entusiasmante per l’altra.
Al tempo stesso, i pregi del PSV sono più evidenti che mai. 103 gol segnati (solo 2 su rigore) rispetto agli 83.1 Expected Goals, che rendono la formazione di Bosz una delle più ciniche di tutto il campionato. Squadra che non ha mai demorso, anche quando si trovava a -9 dalla vetta. Dominante nel possesso palla, offensiva e dinamica, ma anche in grado di concedere solo 102 tiri in porta in 34 giornate, 12 in meno dell’Ajax. Nessuno in Eredivisie calcia più del PSV, che preferisce andare in porta con la palla piuttosto che concludere dalla distanza.
Kovač e Ranieri: BVB e Roma, due nuove squadre
Le stagioni di Borussia Dortmund e Roma hanno due facce. Per entrambe le squadre, la chiave che ha aperto nuovi orizzonti è un cambio in panchina. Niko Kovač ha preso la squadra tedesca quando era all’undicesimo posto in Bundesliga e l’ha portata in Champions League grazie a una striscia di 8 risultati utili consecutivi, di cui solo 1 pareggio. Le ha ridato quella pericolosità offensiva sufficiente per vincere anche con qualche gol subito di troppo. È difficile immaginarsi un Borussia Dortmund che non soffra le verticalizzazioni rapide, ma puoi anche concedertele se poi segni 3.25 gol a partita (la media delle ultime 8). La tecnica degli attaccanti, la capacità di trovare l’uomo smarcato sia con il possesso palla che con i lanci lunghi, pregi di un BVB riscoperto.
Kovač ha salvato il Dortmund, Claudio Ranieri ha salvato la sua Roma. “Se chiama la Roma, io devo rispondere sì”, dichiarazione d’amore, di attaccamento alla città e alla maglia. Il lato più sentimentale, profondo e bello del calcio. Alla 14ª giornata, i giallorossi erano al quindicesimo posto in Serie A con 13 punti, a +2 sulla zona retrocessione. Nelle successive 23 gare hanno ottenuto 53 punti, frutto di 16 vittorie e appena 2 sconfitte. Una piazza che si è fatta travolgere da un entusiasmo contagioso, che ha colpito anche Ranieri: “Tutti quanti, insieme, potevamo fare qualcosa di buono. Voi avete capito che avevamo bisogno del vostro supporto, del vostro amore. Ora manca l’ultimo passo”, dirà rivolgendosi alla Curva Sud. Ranieri, la stella polare in quella che era la notte più buia di Roma.