“Un altro calcio è possibile”, questo è lo slogan di Giorgio Grassi, patron del Rimini che grazie alla vittoria di domenica scorsa contro il Corticella è tornato in Serie D. Ma il successo arriva da lontano, grazie all’operato della gestione Grassi che ha rilevato la società dopo il fallimento di un anno fa. Un imprenditore innovativo, con idee utopiche per il calcio italiano. Molto sensibile alle tematiche sociali e extra campo, che vuole cambiare il calcio, come lui stesso afferma. E lo vuole fare con il Rimini, una squadra storica che in molti ricorderanno per quel pareggio contro la Juventus, nell’esordio bianconero in Serie B dopo Calciopoli. In quel gruppo ci giocava anche Adrian Ricchiuti, che oggi fa parte della rosa del Rimini Football Club, nata l’anno scorso dopo il terzo fallimento biancorosso nel giro di dieci anni. Ricchiuti, quattro stagioni a Catania in Serie A, è fortemente legato al Rimini: è infatti il giocatore con più presenze e più gol con la squadra biancorossa, oltre ad essere l’unico calciatore ad aver vinto tutti i campionati in Italia, tranne che la Serie A. Oggi i ragazzi di Alessandro Mastronicola possono festeggiare la promozione in Serie D dopo un campionato in Eccellenza vinto con cinque giornate d’anticipo. Un traguardo importante, arrivato dopo quindici vittorie consecutive e dopo aver staccato la seconda forza del campionato, il Sasso Marconi, di diciannove punti. Il capocannoniere del Rimini è Alex Buonaventura, che con venti gol di cui quattro su rigore, è stato il trascinatore della squadra.
La passione per il calcio di Grassi proviene dalle giovanili della Romagna. La sua azienda è leader internazionale di palloncini e la loro sede è a Coriano, il paese di Marco Simoncelli. E’ un imprenditore vecchio stile, non ha un telefono cellulare, ma le sue idee sono quasi utopia per il calcio italiano di oggi. Grassi si racconta ai microfoni di gianlucadimarzio.com: “E’ stata una stagione straordinaria. Abbiamo recuperato un grande affetto per il calcio, i tifosi erano sfiduciati, oggi non più. Il nostro gruppo è formato da ragazzi riminesi con una media di ventidue anni. Volevamo puntare su giovani di zona, per toccare l’orgoglio di calciatori che giocavano fuori e sono tornati a casa con la maglia del Rimini. Collaboriamo con la provincia e puntiamo ad aumentare il tasso di Romagna in futuro”.
Lo slogan di Grassi è “Un altro calcio è possibile”, un progetto ambizioso e a lungo termine, ma realizzabile secondo l’imprenditore. “Voglio un calcio diverso. Puntiamo molto sullo stadio, credo sia importante per il nostro futuro, prima ancora dei risultati della squadra. Nell’immediato abbatteremo le barriere, cosa unica per un calcio non professionistico. In futuro faremo tornare le famiglie sugli spalti. Stiamo discutendo con il comune per riqualificare un’area dove metteremo strutture con giochi per bambini piccoli, campi da calcetto e basket. L’idea è di far vivere la domenica non solo per la partita ma dalle dieci del mattino fino alla sera con concerti, eventi e spazi per aziende locali e sponsor per avere sostenibilità economica. Stiamo pensando a un museo dello sport, perché non esiste solo il calcio. E’ un progetto da grande squadra, ma lo faremo noi a Rimini”.
Tante iniziative extra pallone, ma il Rimini è e rimarrà al centro del progetto ideato da Grassi, che punta su trasparenza e sostenibilità: “La società è fallita tre volte in dieci anni, ora è tempo di creare qualcosa di serio. Ogni trimestre pubblichiamo online sul nostro sito il bilancio, anche se negativo. Il calcio deve tornare ad essere trasparente e io l’ho sempre detto: non lascerò mai macerie e debiti”. L’anno prossimo il Rimini di mister Mastronicola avrà obiettivi chiari e precisi: “Puntiamo a consolidare la categoria, la priorità sarà lo stadio che ci darà sostenibilità economica per puntare poi ad altri obiettivi. Una cosa alla volta, poi chissà, mai dire mai”. Un commento poi su Ricchiuti, il leader della squadra: “Un ragazzo straordinario, ha avuto problemi fisici ma si è messo sempre a disposizione del mister e dei compagni più giovani. Ha vinto quattro campionati in quattro categorie diverse ed è il nostro giocatore simbolo, credo però che questo sarà il suo ultimo anno da giocatore, poi entrerà in società”.
Il Rimini l’anno prossimo giocherà in Serie D, ma il progetto legato alla squadra allenata da Mastronicola non si fermerà di certo. I mezzi economici possono essere limitati, ma non le idee e la personalità del patron Grassi, che ci saluta con un’ultima intuizione, bella e suggestiva:“Faremo un’area per il terzo tempo dopo le partite, dove giocatori e staff delle due squadre mangeranno insieme una piadina romagnola. Ecco, questo è il calcio che sogno”. Allora sì, un altro calcio è possibile.
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