Un gesto di fair play che, all’apparenza, potrebbe sembrare scontato ma che così non è. Soprattutto visti i 3 punti in palio in una partita combattutissima. Il derby poi, figuriamoci: chi ha giocato a calcio lo sa. A volte la malizia viene anteposta all’onestà. Così non è stato per Marco Costa della Caronnese, il protagonista di bel gesto che stiamo per raccontarvi. Caronnese – Folgore Caratese, 3-2 a 10’ dal termine in questo derby del Girone A di Serie D quando “su una palla lunga ho saltato per colpirla di testa insieme all’attaccante avversario, Moretti, e sono caduto. L’arbitro ha pensato che Moretti mi avesse colpito con una gomitata e l’ha ammonito per la seconda volta, espellendolo. A quel punto ho riferito all’arbitro come non avessi ricevuto alcuna gomitata e così ha annullato l’espulsione – ha dichiarato Costa in esclusiva per GianlucaDiMarzio.com -. L’avversario mi ha ringraziato ed a fine partita mi ha anche scritto un messaggio. A dir la verità ne ho ricevuti molti, soprattutto dai miei ex compagni”, racconta il ragazzo con voce timida, quasi imbarazzata.
Giù il cappello e tanti applausi per questo “difensore centrale o terzino, non troppo tecnico ma grintoso, veloce ed esplosivo” con l’hobby “per la pesca” e tifoso “dell’Atalanta ma con Nesta e Maldini come idoli fin da piccolo, mentre ora ammiro Sergio Ramos”: non certo una banalità per un giovane classe ’97 dimostrare tutta questa maturità in un momento così delicato del match. Tanto che “qualcuno in partita mi ha detto che sarebbe stato un rischio riferire all’arbitro la verità perché sul 3-2 per noi a 10’ dalla fine far espellere l’attaccante avversario sarebbe stato un vantaggio ma so che ciò che ho fatto è stato ciò che di più giusto potessi fare. Rispecchia la persona che sono”. La malizia, dicevamo. Marco non aveva niente da perdere anzi, tutto da guadagnare. Eppure non ci ha pensato un attimo.
Una bella prova di maturità per un ragazzo davvero sul pezzo, uno studente “di Ingegneria Meccanica a Dalmine (UniBg). Ho deciso di continuare gli studi per tenermi aperta una strada secondaria visto che col calcio, soprattutto a questi livelli, è complicato assicurarsi un futuro”. Saggio, maturo. Sì, ma che fatica conciliare tutti gli impegni! “Ogni giorno percorro circa 100 km in macchina: mi sveglio presto, vado a lezione, mangio qualcosa al volo e poi dritto agli allenamenti. Tornato a casa studio qualcosina ma poi crollo!”. Perché il calcio per lui è tutto fin da bambino. “Io abito a Vaprio D’Adda (MI) e ho iniziato a giocare nella Stella Azzurra di Milano, una squadra dell’oratorio, per poi passare successivamente all’Olympic Trezzano, alla Tritium, fino a giocare 3 anni all’Atalanta dove con noi si aggregava spesso Locatelli del Milan. Poi sono passato al Monza dove ho incontrato Pea, l’allenatore che mi ha fatto esordire in Lega Pro. Quell’anno mi chiamarono per presentarmi in ritiro con la prima squadra appena un giorno prima della partenza per le vacanze a Riccione coi miei amici: non ci pensai due volte e decisi di rinunciare alla vacanza perché non sapevo quando sarebbe potuta capitare un’altra occasione simile. In quella squadra che ha vissuto diverse vicissitudini, tra cui il fallimento, c’era anche Pessina dell’Atalanta (ora allo Spezia in prestito, ndr): si vedeva già quanto avesse un passo diverso dagli altri seppur fosse un ’97! Riuscii anche a farmi convocare nella Nazionale Under 18 di Lega Pro con Bertotto. L’anno invece scorso col Monza abbiamo vinto la D ma ho deciso di sposare il progetto della Caronnese per trovar maggior continuità sperando di tornare tra i professionisti più pronto”.
Alla fine i 3 punti nel derby contro la Folgore Caratese sono arrivati lo stesso. Anzi, a maggior ragione. Ora la Caronnese si trova in cima alla classifica a quota 12: primo posto in coabitazione col Gozzano. Domenica l’avversaria sarà la Pro Sesto per continuare la cavalcata. Con il nostro protagonista Marco Costa deciso a continuare ad inseguire quel sogno “di tornare a giocare nei professionisti, poi si vedrà dove potrò arrivare”. Di certo indipendentemente da dove arriverà, il suo gesto di fair play non verrà dimenticato. Soprattutto visto come poteva essere tutt’altro che scontato. A dimostrazione di come venga prima l’uomo del calciatore, col secondo spesso diretta conseguenza del primo.
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