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Rewind Champions 2010: l’Inter del “Triplete”. Mourinho e i nerazzurri, 45 anni dopo, sul tetto d’Europa

Inter 2010: Julio Cesar; Maicon, Lucio, Samuel, Chivu (dal 23’ s.t. Stankovic); J. Zanetti, Cambiasso; Eto’o, Sneijder, Pandev (dal 33’ s.t. Muntari); Milito (dal 46’ s.t. Materazzi).
All. : Josè Mourinho

Roma, Siena, Madrid. Tre città, due denominatori comuni nel 2010: l’Inter di Mourinho e il Principe Milito, marcatore in tutte e tre le partite di quella stagione 2009/2010 memorabile, magica, unica. Forse irripetibile. Quattro gol, uno più importante dell’altro, in un climax ascendente verso l’Olimpo del calcio.

E proprio da uno stadio “Olimpico”, quello di Roma, contro i giallorossi, ha inizio la cavalcata nerazzurra verso il “Triplete”. Finale di Coppa Italia, Milito la decide nel secondo tempo con un destro incrociato imparabile e letale per i rivali giallorossi. Pochi giorni dopo, a Siena, sempre il Principe castiga i bianconeri regalando lo Scudetto numero 18 ai nerazzurri.

Poi l’apoteosi, nella notte di Madrid: prima Sneijder e poi Eto’o regalano due cioccolatini a Milito. Finta e tiro lento, ma imprendibile, sotto la traversa, poi dribbling e destro a giro sul secondo palo che batte Butt e manda in paradiso l’Inter. Due gol, questa volta, per regalare a Mourinho, Moratti, e tutto il popolo nerazzurro una Coppa che mancava da 45 anni: la Champions League. Ma gli eroi di allora, di quella notte magica culminata con Javier Zanetti che alza la Champions e Mourinho in lacrime che se ne va, direzione Real Madrid, oggi dove sono?

Julio Cesar, a 36 anni suonati, continua a parare al Benfica, e l’intenzione di ritirarsi non è minimamente contemplata dal numero 1 brasiliano, forse in quella stagione 2009/2010 miglior portiere del mondo. Maicon, di due anni più giovane del connazionale, è alla Roma, ma è stato scavalcato nelle gerarchie da Florenzi. Anche Lucio e Samuel giocano ancora: il primo in India, nel Goa, dopo un breve periodo anche alla Juventus, mentre Samuel, dopo l’addio all’Inter nel 2014, sta giocando la sua ultima stagione da calciatore in Svizzera, al Basilea. Il terzino sinistro di quella notte del Bernabeu era Chivu, che fece un grande lavoro su un Robben in formissima. Oggi si è ritirato da due anni, e non sa ancora cosa farà “da grande”.

La diga di centrocampo di Madrid era formata da Cambiasso e Javier Zanetti, due pilastri argentini dell’Inter di Mourinho. Il primo gioca all’Olympiacos, mentre l’ex capitano nerazzurro oggi è Vice presidente proprio dell’Inter. In quella notte mancava Thiago Motta, squalificato: oggi è uno dei punti fermi del Psg di Blanc. Eto’o, Sneijder, Pandev: i tre tenori alle spalle di Milito sono tutt’ora in attività. I primi due in Turchia, rispettivamente ad Antalyaspor e Galatasary, mentre il macedone è ancora in Serie A, al Genoa, dopo essere passato dal Napoli e anche lui dal Galatasaray. E poi c’è lui, il Principe, diventato re, nella notte di Madrid: Diego Milito. L’argentino è tornato a casa, al suo Racing Avellaneda, dopo l’addio all’Inter nel 2014, e si ritirerà alla fine della Copa Libertadores.

Chi manca? I nomi più altisonanti sono quelli di Toldo, Materazzi, Stankovic e Balotelli. Tutti ritirati, a parte l’ultimo, al Bernabeu ventenne e oggi al Milan. Toldo e Stankovic nuotano comunque nell’universo Inter, mentre Materazzi allena in India, al Chennaiyin. Infine manca il regista del miracolo-Inter, colui che ha, in due anni, portato i nerazzurri sul tetto d’Europa e del mondo: Josè Mourinho. Oggi senza squadra, a giugno comunicherà la sua prossima meta. Che non dovrebbe essere l’Inter, ma potrebbe essere il Manchester United, anche se con Mourinho le certezze non esistono. Il suo futuro non è chiaro, ma il suo passato lo è: e quella notte di Madrid resterà sempre impressa nella mente del portoghese. E non solo nella sua.

Edoardo Marcarini

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