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Marocco, Regragui: “Conosciamo i punti deboli del Portogallo. Ronaldo? Spero non giochi”

Il Marocco vuole continuare a scrivere la storia e vivere il sogno Mondiale. Walid Regragui ha parlato in conferenza stampa alla vigilia della sfida dei quarti di finale contro il Portogallo (gara in programma sabato 10 dicembre alle ore 16).

Non camminiamo sulle nuvole, possiamo ancora dare molto in questo Mondiale. Siamo la piccola pulce che vuole dare fastidio – ha commentato il Commissario tecnico marocchino – Il nostro stato d’animo è quello di chi vuole dare il massimo per il suo Paese. Una squadra nazionale deve dare emozioni al suo popolo. In più siamo la prima squadra araba a raggiungere i quarti di finale e penso che i tifosi ci possano aiutare a fare la storia. Tanta gente sta pregando per noi”.

 

 

Marocco, Regragui: “Portogallo squadra di campioni”

Dopo aver eliminato la Spagna, il Marocco sfiderà un’altra corazzata, il Portogallo di Fernando Santos. “Più si va avanti, più le difficoltà aumentano. Sarà una partita contro campioni, quelli del Portogallo, che giocano nei migliori club del mondo e contro uno dei più grandi della storia”.

 

 

Poi sulla gara: “Ma sarà un duello equilibrato, come lo sono stati gli altri: nessuno si aspettava che potessimo arrivare agli ottavi e tanto meno ai quarti, invece siamo qui. E non ci vogliamo assolutamente accontentare. Nessuno è sconosciuto, a questi livelli. Loro come tutti gli avversari sanno quali sono i nostri punti deboli. Ma li hanno anche loro, i punti deboli”. Il Ct Regragui ha anche parlato di Cristiano Ronaldo: Non so se giocherà, spero di no. È uno dei migliori calciatori della storia, quindi sarei felice se non giocasse“.

 

“Quarta Nazionale africana ai quarti? Nostro percorso più complicato”

Storia e consapevolezza. Walid Regragui ha chiuso la conferenza stampa parlando del grande traguardo del suo Marocco, prima volta ai quarti di finale di un Mondiale e quarta Nazionale africana a riuscirsi: È una pressione positiva, quella che ci circonda. Ci sono educazione, costumi, mentalità da cambiare. Ad esempio la percentuale dice che ormai ci sono sempre più allenatori africani, che il nuovo calcio mondiale si è sempre più internazionalizzato. C’è tanta competenza anche in Africa, non c’è bisogno di importare per forza gli allenatori stranieri. Noi siamo contenti di essere la squadra simpatia, ma non ci basta di sicuro. Siamo la quarta nazionale africana a raggiungere i quarti di finale del Mondiale, ma credo che nessuna abbia mai avuto un percorso complicato come il nostro“.

Redazione

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