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#RealAtletico: Zidane e Simeone tra passato, presente e futuro

Il cielo imbrunito di Glasgow accende i riflettori sul rettangolo verde. Fosse il palco di Broadway, basterebbe un occhio di bue ad illuminare Zinedine Zidane al limite dell’area di rigore. Tutt’intorno il buio ed il silenzio di una frazione di secondo che entrerà nella storia moderna del calcio. Il cross di Roberto Carlos non è neanche uno di quelli dei giorni migliori. A spiovere. Come le speranze del Bayer Leverkusen nell’alzare quella coppa. Zidane si coordina con la naturalezza di un vetraio che soffia arte da una vita. Una volée di rara bellezza, tra la pazzia di averla solo pensata e la concretezza di togliere la ruggine all’incrocio dei pali. È il 2002 ed il Real Madrid alza la sua nona Coppa dei Campioni.

Parigi ed il Parco dei Principi hanno sempre il loro fascino. Nel 1998, alla vigilia dei Mondiali francesi, tutto il paese è in fermento. La ciliegina sulla torta sarebbe stata un finale di Coppa Uefa tra squadre di casa. Invece è un affare tutto italiano: Lazio-Inter. L’Inter di Ronaldo, proprio quella. Ma anche l’Inter di Simeone. Perché se il brasiliano ruota le gambe con una velocità che manco al Moulin Rouge, il cholo non è da meno in mezzo al campo. Mestieri diversi, obiettivi comuni. Il lancio di Simeone di quaranta metri per involare Zamorano verso il vantaggio nerazzurro è l’essenza del cholismo. Col senno di poi, i torni contano sempre. Vittoria Inter, coppa a Milano.

La serata di Lisbona del 25 maggio 2014, nasconde un’alchimia particolare. Il fato trasforma il paese del fado in una corrida al ritmo di un flamenco fratricida: Real ed Atletico si sfidano al ‘da Luz’ nella finale di Champions. Zidane e Simeone hanno smesso i panni dei giocatori, per vestire quelli da allenatore. In seconda, il primo. In prima, il secondo. Giochi di parole che non cambiano la sostanza: Real in corsa per la decima, Atletico per la prima. Tanto vicina, quanto cocente la delusione al pareggio di Sergio Ramos nei minuti di recupero. I supplementari sono un monologo blancos, contrapposto al completo (e all’umore) nero di Simeone e compagni. Non finisce qui.

Milano, 28 Maggio 2016. L’intestazione di una lettera aperta tra due rivali, che si ritroveranno nuovamente faccia a faccia sul palcoscenico più importante. Zidane, oggi in prima linea sulla panchina del Real, ha tradotto ciò che sapeva fare sul campo in bignami da consegnare ai suoi giocatori. Studenti modello tanto da riacciuffare quasi la Liga ed arrivare in fondo al percorso europeo. Simeone ha saputo costruire e ricostruire la sua squadra, cambiandone gli interpreti ma non la filosofia. Per alcuni, bruttina da vedere. Per altri, una delle massime espressioni del moderno tatticismo. Risultato: due finali in tre anni.

Domani a San Siro sarà bianco e nero a confronto. Pardon, Blancos e Rojiblanco. Zizou ed il Cholo tra passato, presente e futuro si incrociano al cospetto della Madonnina. Madrid freme e con essa l’Europa del calcio.

 

Redazione

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