Interviste e Storie

Prima il sogno remuntada, poi l’incubo: il crollo del Real Madrid

Jude Bellingham, Real Madrid (Imago)

Il Real Madrid non convince più. Nella stagione d’esordio di Mbappé è già (quasi) fuori da tutto

Quando il Santiago Bernabéu si svuota in silenzio, qualcosa si è rotto. È la caduta dei giganti d’Europa contro uno degli Arsenal più vivo degli ultimi anni.

Vince il bel gioco di Arteta. E non poteva essere altrimenti. I tre tiri in porta – in una partita che andava dominata – del Real Madrid parlano chiaro. Questa volta nessuna remuntada a salvare Ancelotti e i suoi ragazzi. E quando alle parole non corrispondono i fatti, diventa tutto più difficile.

Sarebbe dovuta essere una stagione indimenticabile, ma fino a ora stato l’esatto contrario. E no, l’attacco dei sogni non ha regalato notti magiche ai tifosi spagnoli. Hanno divertito Mbappè, Vinicius e Rodrygo. Ma non hanno vinto – almeno per ora. E questo, ai piedi del Bernabeu, è un obbligo.

Resta la finale di Copa del Rey e un campionato da riprendersi con forza e talento. Il Barcellona corre veloce e quattro distanze di lunghezza iniziano a pesare.

Dalle stelle a una solidità mai trovata: Real, così non va

Il Real Madrid cade. E lo fa nel peggior modo possibile: senza neanche provarci. Perché se al 45’ concludi con zero tiri in porta, capisci che anche la magia del Bernabeu sta iniziando a lasciare lì sogni e speranze. Il canto dei tifosi viene sostituito dal peso dei rimpianti: quelli sì che domineranno la testa dei calciatori di Ancelotti per le prossime ore.

Dov’è la vera anima di questo Madrid? Quella vista nella notte del Wanda Metropolitano, prima di perdersi nel doppio confronto contro i Gunners. Definitivamente. Stagione quasi anomala di una squadra senza senso. Come se il peso della camiseta blanca fosse diventato una responsabilità troppo grande da sostenere.

Real Madrid, Kylian Mbappé (Imago)

Alla ricerca di nuove certezze

Manca equilibrio. E in una squadra così votata verso l’attacco si sente la mancanza di un profilo come Casemiro. Perché forse è proprio il brasiliano l’anello mancante in una squadra di fenomeni. Muscoli, esperienza e interdizione. Era il guardiano che permetteva agli altri di recuperare. L’anno scorso, l’arrivo di Bellingham aveva un po’ attenuato questa mancanza: pur essendo offensivo, il suo dinamismo e il suo lavoro senza palla aiutavano moltissimo anche in fase difensiva. Ed è anche per questo che il Real Madrid si trova a disunire nei momenti cruciali delle partite. Era successo all’Emirates, è successo anche ieri al Bernabeu. E l’addio di Kroos – inizialmente sottovalutato – non è stato preso in considerazione con attenzione. In questo Real Madrid chi sostituisce il tedesco? E no, Valverde non rappresenta il perfetto successore del classe ‘90.

Fare i conti con il passato è sempre impresa ardua e difficile. Ma le differenze – a distanza di un anno – sono infinite. E quando in rosa hai diamanti capaci di brillare quando vogliono e vesti la maglia del Real Madrid devi vincere – o quanto meno provarci. “Il Real tornerà più forte di prima” ha detto Lucas Vazquez nel post partita. Ma il presente è disastroso.

Gennaro Del Vecchio

Giornalista pubblicista, studio il calcio in tutte le sue forme. Nato a Napoli nel 2002, osservo e analizzo le rivoluzioni tattiche dei maestri in panchina. Talento e dieci «old style»: passione unica

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