Categories: Interviste e Storie

Flick e la virtù del pescatore, aspettando il primo Clásico

Il primo Clásico di Hans-Dieter Flick sarà all’insegna della semplicità. Poche parole, tattiche funzionali e nulla di più. Perché la semplicità è il suo antidoto a un calcio sempre più teorico e poco pratico. Non serve apparire, bisogna vincere. Cercando la via meno complicata. “Solo mia mamma mi chiama Hans-Dieter, voi chiamatemi ‘Hansi’. Troppi riflettori puntati addosso non fanno per lui. Lo insegna la sua vita: da banchiere a 12 trofei vinti in carriera. Pazienza è la parola chiave. E nella sua semplicità tira fuori il massimo da tutti: vedi Lewandoski – 15 gol in 13 partite – e l’esponenziale efficacia de La Masia. Pochi cambiamenti, ma necessari. 

Dai Klassiker al Clásico

“In Germania abbiamo dei classici, ma nulla sarà mai come Barcellona-Real Madrid. Tutti vogliono giocarlo”. E proprio in Bundesliga, Flick non ha mai perso una partita contro il Borussia Dortmund. La prima vittorie di 5 consecutive (su 5 disputate) è arrivata alla seconda presenza in panchina, 15 anni dopo il suo ritorno da capo allenatore. Mica male per un debuttante. In Germania ha guidato “la squadra da battere”, a Barcellona deve e vuole tornare a esserlo. 27 punti in Liga, con la possibilità di allungare sul +6 proprio dal Real Madrid. Passato il test in Champions League, il Clásico arriva nel momento migliore della stagione. E siamo solo a ottobre.

Composto e senza eccessi

Una rivoluzione silenziosa e pragmatica. Quella di Flick è sempre stata una vita semplice e pratica, a tratti ripetitiva: prima impiegato di banca, poi gestore di un negozio di articoli sportivi. Rigore e compostezza trasportati anche sulla panchina. Privo di eccessi: normalizzare il dress code a Yamal e compagni abolendo brillantini e maglie appariscenti è una prova del suo breve (ma efficace) percorso a Barcellona. Rispetto delle regole e sacrificio del lavoro. 

Nell’attesa dell’ennesimo atto fuggente. Flick lo aspetta sulla riva del fiume, direzione Santiago Bernabeu. Un altro piccolo tassello per continuare a sognare in grande, con pazienza. Come insegna un pescatore.

Lorenzo Bloise

Classe 2001, nato nel comasco, oggi pendolare a Milano. Amante dello sport in tutte le sue sfaccettature: giocatore di provincia di basket, con il calcio mi sono limitato alla PlayStation. Cresciuto tra un doppio passo di Cristiano Ronaldo e un fadeaway di Dirk Nowitzki. Davanti alla televisione, allo stadio o al palazzetto con la stessa curiosità di un bambino. Highlights, repliche, interviste e dirette notturne: ogni scusa è buona per non perdermi nulla. La letteratura mi ha aiutato a riscoprire la bellezza e l'efficacia delle parole: le stesse che mi permettono di raccontare ciò che gli altri si limitano a guardare. Storie, anedotti e culture che si intrecciano tra di loro: per me lo sport è questo e tanto altro.

Recent Posts

Dall’Arsenal al Nizza: le squadre top e flop del 2025

Il 2025 è agli sgoccioli: andiamo alla scoperta delle squadre top e flop dei maggiori…

2 ore ago

Quando da Babbo Natale e gli elfi nasce una squadra di calcio: è l’FC Santa Claus

La storia della squadra che porta il nome di Babbo Natale e che gioca nella…

2 ore ago

I regali che attendono gli allenatori sul mercato 2026

Desideri e obiettivi nella letterina di Natale per rinforzare le rose: gli allenatori aspettano con…

3 ore ago

Nel mondo di Grifo: “A 32 anni segno come un ragazzino. Tra Lazio, Viola e Samp ho sfiorato la Serie A”

Vincenzo Grifo si racconta a GianlucaDiMarzio.com: la sua stagione fantastica, i record con il Friburgo…

5 ore ago

Grifo avvisa Gattuso: “Amo l’Italia, sono pronto a tutto per la nazionale”

Grifo e la nazionale, tra passato una speranza di ritorno. La nostra intervista al giocatore…

5 ore ago

Il presidente dell’Aia Zappi: “Il 2025 ci lascia la consapevolezza di un percorso di crescita”

Il messaggio di auguri del presidente dell'Aia Antonio Zappi e del comitato Nazionale Con un…

5 ore ago