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Real-Juventus, Cabrini carica i bianconeri: “Mai dire mai, a certi livelli non si può pensare che tutto sia finito”

La Roma ha compiuto l’impresa contro il Barcellona. L’impossibile è diventato possibile grazie ad una partita tatticamente perfetta e alla voglia di lottare della squadra giallorossa. Stasera è attesa un’altra impresa, quella della Juventus al Bernabeu. E crederci non costa nulla, anche dopo il 3-0 subìto all’andata del Real Madrid. Ne ha parlato Antonio Cabrini, uno juventino doc che ha scritto pagine importanti della storia bianconera. Riconosce che stasera la squadra di Allegri si troverà davanti una montagna da scalare, ma tutto l’ambiente dev’essere tranquillo: “Come affrontare la partita? Vai lì e te la giochi – ha detto Cabrini nel corso di un’intervista a Tuttosport -, anche perché non sei una squadra materasso. Devi essere sereno”. E guai a credere che i giochi siano già fatti: “A certi livelli non puoi pensare che tutto sia finito, non devi farti influenzare chiunque tu abbia davanti. Mai dire mai, specie quando ti trovi in una vetrina importantissima”. Cabrini poi ricorda la partita d’andata all’Allianz Stadium dove la Juve, fino al capolavoro in rovesciata di Cristiano Ronaldo, aveva retto bene l’urto dei Blancos: “Erano come due pugili che si davano un cazzotto a testa al centro del ring. Quelli del Real erano più forti, ma la Juventus non è stata lì a guardare”. Fa i complimenti al centrocampo del Real, oltre allo stesso Ronaldo che definisce “Quello che ti destabilizza…”. E come dargli torto. L’ex difensore bianconero poi ricorda il rigore sbagliato nella finale mondiale contro la Germania Ovest nel 1982 quando le squadre erano ancora sullo 0-0. Oggi tutta la pressione del Bernabeu che Cabrini aveva sentito prima di calciare quel rigore potrebbe schiacciare i ragazzi di Allegri: “Ho cercato di scrollarmi di dosso subito tutte le problematiche che sorgono, ma è diverso dalla situazione della Juve. Ecco, magari puoi fare un parallelo se pensi che devi svuotarti la testa e ripartire da zero: io l’ho fatto in partita, loro devono farlo prima. Non devono avere il cervello frullato, devono andare in campo per proporre una grande prestazione, senza attendismi. Poi il Bernabeu è uno stimolo in più. Uno stadio meraviglioso, dove è bello giocare.”

L’intervista integrale su Tuttosport.

Redazione

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