La Juventus vola in semifinale, penultimo atto prima di Cardiff. Chi la coppa la alzò, anche se aveva un altro nome, è Fabrizio Ravanelli, campione d’Europa nel 1996. L’ex attaccante dei bianconeri esalta l’impresa della Juventus:
“Grande Juve, grandissima, contro una squadra che voleva vincere a tutti i costi” – si legge nelle pagine de La Gazzetta dello Sport – “Ma i ragazzi di Allegri hanno solidità, carattere, determinazione: quel qualcosa che ti porta a correre per il compagno e ti fa sopravvivere a serate così. È scritto nel Dna di questo club e si tramanda con le generazioni. Mai visto così in difficoltà nel creare palle gol, neanche nelle serata in cui magari andava tutto storto. Più che un demerito loro, è merito di un Allegri perfetto: due partite senza subire gol dal Barcellona è una cosa davvero enorme”.
Attaccanti primi difensori, come nella Juventus di Ravanelli: “I difensori non fanno passare uno spillo, ma i quattro di attacco aggrediscono e accorciano per primi: è dispendioso, ma efficace. Il Ravanelli lo fa Mandzukic, un giocatore fantastico, da libro cuore, un idolo a casa mia. Il Pipita forse ha tenuto meno palla di altre volte, ma quanto ha corso? Poi Dani Alves, 23 titoli in bacheca e la fame di un ragazzino. Chi sta iniziando a praticare questo sport, osservi la sua attitudine e la sua voglia. La prenda come modello: in questa sfida voleva dimostrare a Luis Enrique che è ancora al top”.
Parole di stima per Allegri: “Sa leggere come Lippi i momenti della partita, ma come lui non rinuncia al coraggio: il nuovo assetto che sembrava troppo spregiudicato è stato usato anche al Camp Nou, Lippi nella finale di Roma se l’è giocata con le tre punte. Insomma, non hanno paura: adesso sotto per prendersi il sesto scudetto di fila, che vuol dire leggenda, e un’altra Coppa Italia”.
Adesso chi è meglio prendere? “Partiamo dall’Atletico: non me ne voglia Simeone, che è un bravissimo ragazzo e un allenatore fantastico, ma spesso la sua squadra ha un atteggiamento antisportivo. Lo considero, comunque, tecnicamente inferiore alla Juve, così come il Monaco che però è la rivelazione di questa Coppa e potrebbe mettere in difficoltà tutti dal punto di vista del ritmo: è una squadra cinica e allenata benissimo. Jardim è geniale, un super tecnico e il suo Mbappé fa faville. Che dire del Real? Forse è la squadra più forte, ma la Juve ha una buona tradizione contro di loro. E poi non doveva stare lì per come l’ha scippata a Carlo Ancelotti…»
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