‘Jack’ Raspadori, la carta scudetto del Napoli di Conte

L’attaccante azzurro è stato decisivo nella corsa al titolo in Serie A pur partendo dietro nelle gerarchie di Conte
C’è chi entra in scena da protagonista, con il riflettore già puntato addosso. E poi c’è chi lavora nell’ombra, attende il suo momento con pazienza e fame, e quando arriva l’occasione, la trasforma in oro.
Giacomo Raspadori è stato questo per il Napoli di Antonio Conte: non solo una riserva di lusso, ma il vero dodicesimo uomo, quello che cambia le partite e, a conti fatti, anche i destini di una stagione.
Solo nove presenze da titolare, ma sei gol. Una media che parla da sola. Ancora di più se si osserva il peso specifico delle sue reti: 11 punti portati alla causa, con il suo nome inciso nei match point più delicati del campionato.
Nessuna firma banale, nessuna rete inutile. Ogni volta che ha gonfiato la rete, il Napoli ha fatto punti, eccetto quella trasferta amara contro il Como, unica ombra in un’annata altrimenti luminosa. Perché con “Jack” in gol, si vince o si pareggia. Mai sconfitti. Non è solo una statistica: è un segno.
Questione di tempo
E pensare che la stagione non era iniziata sotto i migliori auspici per l’ex Sassuolo. Un modulo, il 4-3-3, che sembrava penalizzarlo. Gerarchie ben definite, davanti a lui gente come Kvaratskhelia, Politano e Neres, oltre all’arrivo di Okafor a gennaio. Ma la stagione è lunga, e il calcio, lo sa bene Raspadori, è una questione di tempo, di momenti, di coraggio. Con l’addio di Kvara a gennaio, destinazione Parigi, e gli stop forzati degli altri attaccanti, si è spalancata una porta. E lui l’ha attraversata con decisione, col piglio di chi non vuole più tornare indietro. È stato la soluzione quando serviva un’alternativa. È stato l’uomo in più quando gli altri non c’erano. È stato il volto della resilienza, della concretezza.
Antonio Conte lo ha tenuto vicino, usandolo con intelligenza: mai fuori dal progetto, sempre pronto a incidere. E Raspadori ha risposto con i fatti. Gol pesanti, corse sotto la curva, silenzi da professionista e un cuore grande così. Nel racconto dello scudetto del Napoli, perché ora si può dire, senza scaramanzia, ci saranno i nomi dei titolarissimi. Ma tra le righe, tra i minuti che non si vedono, ci sarà anche lui: Giacomo Raspadori, l’uomo dei gol che valgono, il jolly silenzioso di una squadra che ha riscoperto la fame, la voglia, l’orgoglio. Un talismano che ha fatto la differenza. La carta scudetto. Con la testa bassa e lo sguardo alto. Come fanno i campioni veri.