A volte aver fuori per infortunio (quasi) un’intera squadra può essere positivo. Perché? Marcus Rashford, ecco la risposta. Segnatevi questo nome. 2 presenze tra i professionisti, altrettante doppiette. Classe’ 97, in quattro giorni ha conquistato lo United e l’Inghilterra, nel momento più delicato dei Red Devils. Giovedì la storica doppietta in Europa League contro il Midtjylland, che ha regalato a Van Gaal la qualificazione agli ottavi e soprattutto spazzato via il record di un certo George Best: ora il marcatore europeo dello United più giovane di sempre porta il nome di Rashford. E pensare che contro i danesi Marcus doveva andare solo in panchina, ma l’infortunio nel riscaldamento di Martial ha cambiato la storia. Questo però è niente. Arriviamo a oggi, quando a Old Trafford arriva un Arsenal lanciato per il titolo. Lo United è in emergenza, Rooney e Martial sono out. Così davanti tocca ancora a lui, Rashford. Emozione? Macché. Gli bastano 29′ per colpire da opportunista, sfruttando una dormita dei Gunners.
Non è finita. Passano 4′ e segna ancora, stavolta di testa. Lingard crossa al bacio per il 39, che solo in area schiaccia e non perdona. Ah, non solo gol: anche l’assist per Herrera. Old Trafford impazzisce, è nata una stella. Nato e cresciuto a Wythenshawe, a poche miglia dal Teatro dei sogni, Marcus dimostra subito di saperci fare, come testimoniano i gol nella Youth League. Il suo mentore è l’ex Nicky Butt, ora direttore dell’Academy del club. Ha sempre creduto in Rash, fin dal 2014: “E’ esplosivo e ha talento”, ma nemmeno lui poteva immaginare un inizio simile. Sorride anche la sua immagine a livello social. Prima di questo exploit nessuno lo conosceva, ora su Twitter il suo cognome è diventato tendenza.
E’ il terzo marcatore più giovane in Inghilterra dello United, davanti a lui solo Macheda e Welbeck. Prima di lui hanno debuttato in Premier i due sopracitati e il duo Phil Neville-Rafael. Ma un dato gioca esclusivamente a suo favore: ha segnato in Premier a 18 anni e 120 giorni, proprio come Wayne Rooney. In comune ora non hanno solo il ruolo e l’iniziale del cognome. Inutile aggiungere altro, il destino è con lui. E la favola Rashford continua…
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