'Anche gallina cieca prima o poi becca chicco di grano per terra'. E' scritto cosi su una foto-poster esposta in un bar al centro di Potenza. L'autore è Ranko Lazic, 56enne allenatore serbo che da ben quattordici anni siede ininterrottamente sulla panchina del Francavilla in Sinni, ormai storico club di Serie D. "E' quello che dico a chi mi tira i piedi e prima delle gare importanti". Nato in Kosovo nel 1963, cresciuto nella Jugoslavia di Tito, si trasferì ancora bambino a Belgrado con la sua famiglia.
Una vita di sacrifici, rinunce e soddisfazioni: "Sono arrivato a Francavilla nel 2006 dopo un corteggiamento durato otto anni", racconta a gianlucadimarzio.com, "avevo allenato in piazze importanti come Nardò, Melfi e Savoia, ma ogni volta che incontravo il Presidente del Francavilla Franco Cupparo mi diceva 'prima o poi sarai il mio allenatore…' ma giurai a me stesso che non avrei mai accettato la proposta di un amico'.
"Un giorno andai a trovarlo per un caffè e mi presentò un assegno in bianco, lo ringraziai e me andai. Non avrei mai approfittato un amico. Anche se alla fine…ha vinto lui. Firmai dopo qualche mese e Cupparo, per festeggiare, fece affiggere la notizia con una mia foto in tutto il Paese".
La storia di Lazic fece il giro d'Italia già quattro anni fa, ma oggi le statistiche vanno aggiornate. Quattordici stagioni sulla stessa panchina, roba da far venire in mente leggende internazionali come Ferguson, Roux e Wenger. Difficile, però, pensare che non ci sia qualche rimpianto: "In questi anni ho ricevuto tante proposte, Monopoli, Taranto e Potenza su tutte ma non avrei mai potuto tradire il mio presidente. Certo, in un rapporto cosi lungo ci sono pro e contro. Le sconfitte sono ancor più dolorose perchè, ho come l'impressione di aver tradito un amico".
Oggi questo piccolo paese di 4.000 abitanti è una realtà conosciuta in tutta Italia grazie al calcio. Un risultato che porta la firma indelebile di Ranko Lazic: "Abbiamo espugnato campi difficilissimi come Foggia, Brindisi, Taranto, Potenza e Matera, sfiorando la promozione in C quattro volte. Non vi nascondo che ho pianto nella finale Play-Off contro il Fondi. C'erano quasi 2.500 persone nel nostro piccolo stadio da 800 posti, praticamemente tutta la comunità francavillese".
Ovviamente, come in tutte le famiglie, non sono mancati momenti di tensione: "Sono stato esonerato tre volte dalla famiglia Cupparo in questi quattordici anni, la prima volta per nove giornate, la seconda per tre e l'ultima, in questa stagione, per due mesi. Ogni volta il Presidente mi dice: 'mister non ti mando via per negligenze tecniche ma perchè qualcuno non ti merita'.
Ma si può ipotizzare un futuro di Lazic lontano da Francavilla in Sinni?: "Ogni anno dico che sarà l'ultimo qui…ma poi c'è sempre qualcosa che mi fa cambiare idea, l'amore per la famiglia Cupparo e per questa città. L'importante è che non si perda l'entusiasmo". Alla fine di questa chiacchierata, 'Sir Ranko' ci saluta con un'altra sua massima, con inconfondibile e spiccato accento serbo: "Non bisogna mai strafare. Preferisco mucca che mi dia un litro di latte e me lo faccia bere ad una che me ne faccia dieci e poi con una zampata li butti a terra". Lazic per i suoi giocatori è un maestro di calcio e di vita.
Fabrizio Caianiello
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