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Ranieri: “Sono come Benjamin Button, ma è l’ultima tappa”

Ranieri, allenatore Roma (PHOTO CREDITS: Domenico Bari)

L’intervista del Corriere della Sera a Sir Claudio Ranieri, tra passato e futuro alla Roma

A poche ore dalla maestosa vittoria nel derby della Capitale contro la Lazio di Baroni per 2-0 – e più in generale a pochi mesi dal suo ennesimo ritorno alla guida della Roma – Claudio Ranieri è intervenuto ai microfoni del Corriere dello Sport rilasciando una lunga intervista.

Un intreccio di passato, presente e futuro. Andando a ripercorrere le prime volte, fino alla chiamata di Ghisolfi per incontrare i Friedkin a Londra.

Da lì, il terzo mandato di Sir Claudio sulla panchina giallorossa, per dare la scossa e ridare vita a una piazza dormiente. “Sono come Benjamin Button“, esordisce l’allenatore.

Tanti in discorsi toccati, tra cui anche quello del Pupone Francesco Totti, il futuro di Dybala e Lorenzo Pellegrini e molto altro.

“Sono emozioni forti, anche perchè sono le ultime”

Cinque vittorie su cinque nei derby di Roma, sempre a favore dei giallorossi. “Sono emozioni forti anche perché sono le ultime. È iniziata l’ultima tappa e quando pensi sia finita, è proprio allora che comincia la salita“, dichiara senza remore l’allenatore 73enne.

Ho capito di essere cambiato. Una volta mi commuovevo all’ingresso in campo. Adesso riesco a reggere l’emozione e anzi, il canto dei 60 mila mi dà l’ultima botta di energia“. E pensare che aveva annunciato il ritiro dal calcio. “Negli ultimi mesi ho ricevuto più richieste che dopo il trionfo con il Leicester. Quindi la voglia è tornata anche a me. Ma sapevo che sarei tornato solo per Cagliari e Roma”. 

E poi via, a ripercorrere il percorso del suo ennesimo ritorno in giallorosso. “Quel lunedì di novembre, mi telefonò Ghisolfi per dirmi che i Friedkin volevano parlarmi. Sono partito subito per Londra. Cosa avrei dovuto pensare? Avevano appena esonerato Juric, chiamano me e che pensiero posso mai fare? Claudio, si ricomincia. Il mio inglese? Sempre maccheronico“.

Ranieri, allenatore Roma (IMAGO)

Ranieri: “I Friedkin? Hanno voglia di portare in alto la Roma”

I Friedkin mi hanno capito e io ho capito loro. Hanno voglia di fare bene, di riportare in alto la Roma. Non parlano in pubblico come gli altri americani, sono fatti così. Affidano i compiti alle persone che scelgono e se non vanno bene le cambiano“, ha dichiarato Ranieri.

Poi, qualche battuta anche sui singoli. “Dybala lo vedo con il sorriso, ed è importante. Chi arriva al campo come Paulo facilita le cose e riempie il cuore. Dybala mi piaceva tanto già quand’era al Palermo. Paulo gioca un calcio superiore, ora gioca tanto perché sta bene, ma va salvaguardato“.

Paredes e Hummels invece? “A loro non devi dire niente, sanno bene cosa fare e i compagni gli riconoscono la leadership. Non a caso si appoggiano sempre su di loro“.

“Totti? Lo chiamerò”

Qualche ultima battuta, infine, su Francesco Totti, da sempre simbolo di Roma e della Roma, con cui ha trascorso tutta la sua vita calcistica. “Posso garantire che parlerò con Francesco – dichiara Ranieri -. Prima però dovrà capire cosa vuole fare da grande. Parlerò con lui così come ho parlato con Daniele (De Rossi, ndr)”.

Se ci sono preclusioni al ritorno di Francesco da parte dei Friedkin? Non ne abbiamo ancora parlato ma non penso. Non lo so“.

 

 

 

Simone Bianchi

Classe 2002, nato nel Varesotto. Cresciuto tra un record del mondo di Michael Phelps e un tackle difensivo di Vidić. Qualche soddisfazione tolta nel nuoto, meno nel calcio. Per riassumerla in breve, come dice Ligabue: “Nato senza i piedi buoni”. Ora inseguo quel sogno, diventato obiettivo, di raccontare lo sport a tutto tondo, per trasmettere quelle emozioni che mi hanno cresciuto fin da bambino.

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