Il World Football Summit parla anche di calciomercato. E oggi, per l'occasione, Gianluca Di Marzio intervisterà Mino Raiola e Jonathan Barnett, due tra i più importanti agenti sul panorama mondiale e Daniele Boccucci, direttore del Football Forum.
Il primo pensiero va a Diego Armando Maradona scomparso nella giornata di ieri. Mino Raiola ha detto: "La mia famiglia è di Napoli quindi quello che è successo mi tocca particolarmente. Lui ci ha reso orgogliosi, nel calcio e nella vita. Ha battuto la Juve, ha vinto titoli. Non è come gli altri, è riuscito a fare ciò che voleva della sua vita. E' il miglior giocatore della storia del calcio. Questo è un giorno davvero triste, in particolare per Napoli e per il mondo del calcio".
Daniele Boccucci ha presentato l'associazione Football Forum: "Un progetto internazionale di agenti e giocatori. Oltre mille dipendenti, tanti mangaer e collaboratori in tutte le città del mondo. Altri collaboratori entreranno prossimamente. Abbiamo diverse agenzie con differenti background ma siamo uniti nella nostra missione. Quest’associazione è stata creata come un'agenzia di agenti, ma negli anni abbiamo incluso anche i giocatori. Perché gli interessi sono i medesimi. Lavoriamo in team, tutti possono dire la loro opinione e risolviamo insieme i problemi".
Mino Raiola ha spiegato cose vuole dire lavorare oggi nell'industria calcistica: "Dobbiamo preoccuparci di tutti. Noi abbiamo degli attori e questi hanno bisogno dei teatri. Purtroppo, però, tutto è deciso da altre persone. Noi rappresentiamo di ritti dei giocatori ed è importante rendere le leggi meno invasive".
Anche l'agente Jonathan Barnett ha condiviso il punto di vista di Raiola criticando l'operato della FIFA: "Loro non sanno quello che facciamo, come possono imporci delle regole. Il nostro lavoro con i giocatori non dovrebbe importare alla FIFA. Nessun giocatore si lamenta per quello che noi guadagniamo. I tifosi amano i grandi calciatori, senza di loro non ci sarebbero partite".
Sia Barnett che Raiola chiedono un nuovo sistema di regole: "Ci sono industrie miliardarie. Tutti gli sport sono cambiati. Loro dividono i poteri, i lavori e i soldi. E tutti sono felici. La FIFA non deve intromettersi e decidere le regole del gioco. Pretendiamo rispetto e siamo pronti a trovare una soluzione".
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