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Racing campione d’Argentina: da Milito a Lisandro López, un successo storico

Il Racing festeggia il suo titolo numero diciotto: diciotto come gli anni passati dalla vittoria nell’Apertura del 2001, quello del ritorno alla vittoria dopo la lunga maledizione. E in questi diciotto anni c’è stato spazio anche per un altro titolo storico, quello del 2014: tre trofei conquistati nel nuovo millennio, tutti con un unico comune denominatore, Diego Milito.

Ha vinto con il suo Racing in ogni fase della sua carriera: da giovane promessa, da leggenda di ritorno del club e adesso anche da dirigente. Il più storico è certamente quello del 2001, quello che chiuse un’astinenza che per molti era maledetta: dall’accoppiata Copa Libertadores-Coppa Intercontinentale del 1967, prima argentina di sempre a farlo, il Racing non vinse più nulla per 34 anni, in una storia ricca di curiosità a tratti mistiche o persino tenebrose.

Tornò a farlo col suo Milito, Diego Alberto, nello stesso momento in cui suo fratello Gabriel diventava un simbolo dell’Independiente, l’altra squadra di Avellaneda, quella che negli anni maledetti dell’Academia diventò addirittura il club con più Libertadores in bacheca di tutti, e il cui stadio dista solo pochi metri dal Cilindro del Racing.

Anni difficili dimenticati con i ritorni ai successi, replicati poi nel 2014 e quest’anno, al termine di un campionato lunghissimo ed equilibratissimo. Testa a testa fino alla fine con il Defensa Y Justicia, la rivelazione dell’anno che si è dovuta arrendere a una giornata dal termine: un peccato se si pensa che a quell’ultima giornata ci sarebbe stato proprio lo scontro diretto fra le due che avrebbe assegnato il titolo o rinviato i verdetti a uno spareggio.

E invece il Racing ha preferito sbrigarsela prima, conscio della sua storia in cui i titoli sono scappati via in maniera ben più clamorosa. Per evitare cose del genere ha festeggiato senza i suoi tifosi, visto che sul campo del Tigre la trasferta era vietata: ha deciso un gol di Augusto Solari, figlio del cugino di Santiago, mentre sull’altro campo un ex Racing, Lotti, impediva al Defensa di riaprire il discorso.

Da un ex Boca come Centurión che fece esplodere il Cilindro nel 2014, a un ex River che segna il gol campionato in trasferta: situazioni diverse, stesso epilogo e stesse emozioni. È il Racing campione del Chacho Coudet, al suo primo titolo dopo le imprese con il Rosario Central; ma è soprattutto il Racing dell’eterno Lisandro López, che chiuderà a 36 anni senza problemi come capocannoniere del campionato.

Le maledizioni in patria ormai sono dimenticate, ora l’unico passo che manca è quello di tornare a vincere in campo internazionale, dove neanche la leggenda di Milito è finora riuscita a fare la differenza.

Redazione

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