Dopo 182 gol realizzati e 556 presenze collezionate in Serie A, Fabio Quagliarella aveva annunciato ai microfoni di Sky Sport (leggi qui l’articolo) che non sarebbe tornato a giocare. Così, l’ex attaccante della Sampdoria è tornato a parlare a La Gazzetta dello Sport della decisione. “Mi manca lo spogliatoio, ma sarà così per tutta la vita”.
Rimasto svincolato lo scorso giugno, quando è scaduto il contratto con la Sampdoria, Quagliarella ha parlato dei motivi che lo hanno portato a smettere: “Non ho smesso per motivi fisici. Fino all’ultimo gioorno mi sono sempre allenato. Non è arrivata nessuna offerta interessante e allora ho detto stop. Quando ho visto che la situazione societaria della Sampdoria stava andando bene, ho pensato di poter dare una mano a risalire. Avrei potuto firmare in bianco, i soldi non mi interessavano”.
L’ex attaccante ha proseguito parlando della chiusura della carriera al Maradona e della Nazionale: “Ho chiuso quando, a cinque giorni dal raduno, la società mi ha chiamato dicendo che avrebbero puntato sui giovani. Sia chiaro, non ho nessun rancore verso la nuova proprietà della Sampdoria. Ho chiuso quel giorno. Ultima partita al Maradona? Un segno del destino. In Nazionale c’è una pressione diversa, Spalletti troverà una soluzione”.
Infine, Fabio Quagliarella ha concluso parlando del ritorno di Mazzarri a Napoli e dei valori che ha lasciato sul campo. “De Laurentiis aveva bisogno di un allenatore che conoscesse l’ambiente. Mazzarri sa come muoversi e cosa serve. Ho fatto la gavetta dalla Serie C alla A ricevendo tanti attestati di stima. Sono stato capocannoniere a 36 anni. E’ finita così, ma non ho rimpianti”.
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