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Qarabag-Roma, biglietti a 1,50 euro. Ironia social: “Peccato che devi arrivare in India per guardarla”

La Roma ha pubblicato oggi la modalità di vendita ai propri tifosi dei biglietti del settore ospiti per la partita contro il Qarabag. Si giocherà a Baku, la capitale del paese, non nella città d’origine del club. Agdam infatti ormai è un luogo fantasma, cumulo di macerie dal 1993, anno in cui fu occupato dall’esercito armeno durante la guerra del Nagorno Karabakh. Una trasferta che comunque per i tifosi giallorossi definire proibitiva è limitante. Sette ore di volo, obbligatorietà del passaporto e di un visto. La televisione anche per gli accaniti è più di un’opzione. La Roma geograficamente giocherà in un altro continente: l’Azerbaijan infatti è una regione dell’Asia transcaucasica, a sud dello spartiacque montuoso che lo separa convenzionalmente dall’Europa. Quindi, vi chiederete, dov’è il problema? Il fatto che il prezzo di vendita dei biglietti dello stadio è di 1,50 euro. Una cifra record (al ribasso) mai vista per una partita di Champions League. Poco più di un caffè al bar, esattamante quanto il prezzo di un biglietto dei mezzi pubblici a Roma. Peccato che il volo (nemmeno diretto) per l’Azerbaijan costi circa 500€.

Una particolarità che ha scatenato l’ironia social dei tifosi della Roma. Sogni ad occhi aperti per un viaggio economico ai limiti dell’impossibile: “Se poi prendi Flixbus hai fatto tombola”, il commento di un utente twitter. Andare in Azerbaijan con la compagnia di autobus low-cost? Semmai esistesse la tratta, per la Roma questo ed altro. Così come i confronti (impietosi) con le tariffe di altri biglietti: “1,50 euro ce costa il biglietto dell’Atac”, il commento di un altro utente, prontamente seguito dal Roma-Ladispoli di trenitalia (che per la cronaca schizza a 3,60 euro). Insomma curiosità e difficoltà di una partita che la Roma affronterà la prossima settimana, ma che per i tifosi è iniziata già oggi.

Marco Juric

Aspirante scriba, si avvicina al calcio giocato grazie alla chioma fluente di Giovanni Cervone. Folgorato dalla prima autobiografia di Roy Keane, non si innamora del Manchester United, ma del Nottingham Forest. Dopo i primi trent’anni di osservazione partecipante, ha deciso di passare gli altri trenta che gli rimangono a scriverne.

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