Il nome del cagnolino di Francisco Román Alarcón Suárez, alias Isco: “Messi”. Ma come? Messi? Un madridista con un cagnolino di nome… Messi? Tutto vero. Per stima nei confronti del ’10’ argentino, certo. Ma il talento spagnolo fresco di pre-convocazione all’Europeo in Francia commenta rilassato e con il sorriso sulle labbra a ‘El Hormiguero 3.0’. “Bisogna spezzare una lancia in mio favore: l’idea di chiamarlo così è stata di mio fratello e di mio padre. Io me ne lavo le mani. Sono del Madrid e basta”. Poi ecco un particolare. “Pur di non chiamarlo Messi… non lo porto mai fuori a passeggio!”.
Non solo casa. Anche campo. E qualche ricordo di quella finale di Lisbona che riaffiora. “La notte prima sono rimasto sveglio fino alle 4/5 della mattina per colpa del nervosismo che avevo dentro. Mi stavo anche spaventando: avevo paura di non rendere in finale, come avrei dovuto. Poi però il giorno dopo mi sono riposato con una siesta di un bel po’ di ore”. Con Zidane? “Ti spiega le cose con grande calma, sa cosa vuol dire avvicinarsi al giocatore. Io non ho mai incassato un rimprovero di Zizou anche perché mi comporto sempre bene”. Su Benitez invece… “la stagione non stava andando nel modo giusto, ci serviva un cambio”. Dulcis in fundo ecco lo spirito merengue che emerge. “Non mi sono complimentato con nessun giocatore del Barcellona per il loro titolo di Liga”.
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