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Il premio dopo i sacrifici, Puggioni diventa Dottore: “Non accontentatevi, sul campo e nella vita”

Toga e guantoni, libri da leggere e pali da proteggere. L’ultima parata, la più bella, in una tesi da applausi: il “Dottor” Puggioni si è laureato oggi in giurisprudenza, un intervento con mani e piedi insieme, di quelli accompagnati senza fiato dal suo pubblico. Christian non è solo il portiere del Benevento, con la Sampdoria tatuata nel sangue. Da poche ore è anche (e soprattutto) uno dei pochi calciatori che – studiando mentre giocano – è riuscito a coronare un sogno e cancellare una scomoda (ma vera) etichetta. Quella del giocatore che pensa a tutto tranne che ad un futuro senza pallone. Il talento, però, qualche volta non è poi così “ignorante” e merita di essere raccontato e condiviso. Magari dalla stessa penna che oggi ha firmato l’autografo più prezioso.

È nelle parole del presidente della commissione di laurea che si trova la sintesi del mio percorso universitario. Me le porterò dietro per sempre. Mi ha detto così: “Ho visto poche partite di calcio ma certamente nella mia testa ero convinto che un calciatore non brillasse certo per eloquio o spessore culturale. Le devo invece fare i miei complimenti per la preparazione, la sua padronanza dialettica e per la dettagliata conoscenza dell’argomento. Ha catturato l’attenzione di tutti e l’aula era in religioso silenzio ad ascoltarla”.

Sono un calciatore professionista ma ho deciso di iscrivermi all’università e di laurearmi in giurisprudenza. Mi piace andare controcorrente, ancora di più cancellare gli stereotipi e quello del calciatore ignorante e bifolco non mi è mai andato giù, tra l’altro non rappresenta minimamente la categoria. Dimostrare questo e arrivare alla laurea però non è stato facile. “Senza sacrificio non c’è gloria”, dice un detto e io ne so qualcosa. Impegno e fatica sono due elementi che mi hanno accompagnato in questi anni.

Quando invece di stare con i miei bimbi piccoli, uscire o rilassarmi aprivo i libri e studiavo. Quando ai momenti di grande stress prestazionali si aggiungevano quelli di stress universitario. Quando il fatto di essere studioso, preparato, informato diventava un difetto invece di essere un pregio. Le persone competenti fanno più paura perché sono meno manovrabili e questo mi ha comportato in alcuni casi delle conseguenze anche sul lavoro. Ma vado fiero di quelle notti in bianco o di quei lunedì passati sui libri. Ogni esame è stato un piccolo traguardo raggiunto e la giornata di oggi è la dimostrazione che volere è potere.

È stata una sfida personale anche se ho avuto una grande squadra con me che oggi voglio ringraziare: la mia famiglia, che ha sempre creduto in me, mia moglie e i miei figli a cui ho sottratto il già poco tempo che avevo ma che in questa avventura sono sempre stati al mio fianco, dandomi la spinta di arrivare fino in fondo. C’è una forza più potente di ogni cosa, degli stereotipi, delle distanze e del tempo: la volontà. Io ce l’ho messa tutta. Spero di aver dato un buon esempio, ai miei figli ma soprattutto ai tanti giovani calciatori che stanno iniziando questa professione, un lavoro bellissimo ma con cui non puoi avere un futuro certo. È a loro che va il mio messaggio: non accontentatevi, sul campo e nella vita!

Christian Puggioni

Redazione

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