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Calciatori e problemi al cuore: a tu per tu con il cardiologo Molon

Perché i calciatori soffrono sempre di più di problemi cardiaci? Siamo stati nel reparto di cardiologia dell’ospedale di Negrar in provincio per fare chiarezza con il cardiologo e direttore Giulio Molon: “Anche il cuore più sano in situazioni di grande impegno fisico può andare incontro a problemi”.

Calciatori e problemi al cuore: ecco perché

In primis bisogna fare delle distinzioni. La fibrillazione atriale è il problema meno graeve e aveva già colpito Lockyer, capitano del Luton, a maggio: “E’ un’aritmia (alterazione del ritmo del cuore ndr) sostenuta quindi che dura tanto. Non è pericolossissima può avere delle implicazioni importanti e portare allo svenimento o alla sincope”. Cosa fare quindi in questi casi? L’ablazione, ovvero un intervento mininvasivo al cuore: “Ha una percentuale di successo molto maggiore rispetto al farmaco”.

 

 

Poi ci sono le aritimie ventricolari che hanno colpito per esempio Eriksen: “Portano all’arresto cardiaco perché il cuore va talmente veloce che non ha una contrezione efficace e si ferma. E’ mortale e non c’è ritorno se non si interviene in tempo”.

  

 

 

Infine, le miocardiopatie di cui ha sofferto, per esempio, Bas Dost: “Sono forme di malattia del muscolo cardiaco.Se la miocardite ha esiti importanti è impossibie che una persona possa anche solo esprimere una performance sportiva normale. Se invece non ha lasciato esiti ed è guarita bene si può anche pensare di continuare a giocare”.

 

 

Per proseguire è consigliato installare un defribillatore cardiaco (in Italia non si può giocare con defibrillatore): “Quando intercettano un’aritmia pericolosa sono programmati per erogare uno shock, quindi una scossa, che dovrebbe resettare completamente il cuore e dare modo al cuore di ripartire”.

Ma oltre alle precedure già in uso (screening ed elettrocardiogramma sottosforzo) cosa possono fare i club per prevenire veramente questo tipo di problemi: La risonanaza in alcuni può dare quel qualcosa in più. E’ un esame importante e raffinato, la sua particolarità è che ci fa vedere bene come è composto il tessuto cardiaco e ci fa veramente capire se la muscolatura è perfetta oppure se ci sono zone di fibrosi e cicatrice che possono andare minare l’integrità del miocardio e porre l’atleta a rischio di avere aritmie”.

Andrea Molinari

Nato a Verona nel 1998, il mio primo ricordo vivido legato al calcio è Shevchenko che sbaglia un rigore contro il Bayern Monaco. Grazie a lui (e anche a Kakà) da piccolo mi sono innamorato del pallone. Ma lui non lo sa. Sì, perchè ho giocato anche, purtroppo senza risultati. Nato attaccante, sono finito a fare il terzino: di solito succede a quelli con i piedi quadrati. Oggi provo a dimostrare questo amore scrivendo.

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