Categories: Interviste e Storie

Un anno di Premier League: il gol di Alisson che porta il Liverpool in Champions

Alisson Becker aveva sulla coscienza diversi dei punti persi dal Liverpool nella sciagurata stagione 2020-2021. Una stagione penalizzata da gravi infortuni, come quello di Virgil Van Dijk, ma soprattutto da una incredibile striscia negativa in quello che dovrebbe essere il suo fortino, vale a dire lo stadio di Anfield Road. 

I Reds non perdevano ad Anfield da 44 partite. Striscia interrotta da una clamorosa sconfitta, arrivata contro il Burnley il 21 gennaio, con il gol su rigore di Ashley Barnes. Gli stadi erano ancora chiusi al pubblico, per via del Covid, e si disse: un incidente di percorso, il Liverpool ha pagato la mancanza dei suoi tifosi e si è “seduto”. Ma lo “sprofondo rosso” era appena cominciato. 

La serie di sconfitte

In sequenza arrivarono l’altra clamorosa sconfitta, sempre per 1-0, contro il Brighton (il 3 febbraio), quella umiliante, contro i rivali del Manchester City, per 4-1 (il 7 febbraio), quella cocente, perché avvenuta contro i rivali cittadini dell’Everton, per 2-0 (il 20 febbraio), quella netta contro i futuri campioni d’Europa del Chelsea, un altro 2-0 (4 marzo), e infine quella forse più assurda di tutte, contro il Fulham già fortemente indiziato per la retrocessione, un altro 1-0, il 7 marzo. In due delle sconfitte, quella contro il Manchester City e quella esterna contro il Leicester, arrivate a 7 giorni di distanza l’una dall’altra, è impressa la “firma” di Alisson: tre errori non da lui, tre “papere” che erano costate altrettante reti subite e avevano portato il Liverpool a dubitare di quel portiere che aveva avuto così tanti meriti nella vittoria della Champions 2019

“Alisson Karius”

Addirittura, la creatività dei tifosi inglesi aveva dato origine a un nuovo soprannome, tutt’altro che elogiativo: da “Alisson carry us“, cioè “Alisson salvaci tu”, i tifosi avevano cominciato a scrivere sui social “Alisson Karius“, giocando sull’assonanza col nome di colui che così grande responsabilità aveva avuto nella sconfitta nella finale di Champions 2018 contro il Real Madrid, con due epici infortuni. Poi il Liverpool era tornato a vincere, anche in casa, a cominciare dal 2-1 contro l’Aston Villa del 10 aprile. La zona Champions era ancora distante, ma il contemporaneo calo del Leicester cominciava ad alimentare le speranze. 

Il gol al WBA

E poi eccolo, il risarcimento del destino. Il 16 maggio si gioca la terz’ultima giornata di campionato, e al The Hawthorns si gioca la partita tra il West Bromwich Albion già matematicamente condannato alla Championship e il Liverpool. Il vantaggio, dopo 15′ di gioco, è dei padroni di casa, con Hal Robson-Kanu, attaccante gallese. Al 33′ pareggia Salah. Il Liverpool domina, ma la porta di Johnstone sembra stregata. Il pareggio assomiglierebbe a una condanna all’Europa League. Senonché… Al minuto 95′, all’ultimo respiro, Alisson va a saltare su corner. Dall’alto del suo metro e 91 cm, è il più lesto a impattare il cross di Alexander-Arnold, e a mettere alle spalle del suo omologo. I compagni impazziscono, sanno che la Champions è lì, alla portata. E soprattutto che la sorte ha restituito al loro portiere quello che gli aveva sottratto nei mesi precedenti. 

Andrea Monforte

Classe 2000, monzese (d’adozione), studio Lettere a Milano. Un’indomita ed ereditaria passione per lo sport (calcio, ovviamente, ma anche ciclismo), declinata in “narrazione” tecnica e sentimentale: la critica della complessità come antidoto alla semplificazione. La vaghezza del ricordo personale ha reso l’azzurro del cielo di Berlino 2006 un’indelebile traccia mitologica. Sono nato lo stesso giorno di Ryan Giggs e di Manuel Lazzari, ma resto umile.

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