Calcio e vita, un binomio che va a braccetto. Entrambe si divertono a dosare gioie e dolori, prima tolgono poi (forse) danno. A Danny Welbeck, ad esempio, ultimamente gliene hanno fatte di tutti i colori. L’inglese arriva all’Arsenal lo scorso agosto, per diventare finalmente grande. Perché allo United, nonostante i gol, non ha mai convinto del tutto. Così con Wenger il classe ’90 cerca l’atteso salto di qualità. E all’inizio le cose sembrano funzionare. Welbeck infatti trova il suo primo gol con i Gunners già alla seconda partita, bucando l’Aston Villa. A Emirates ne sono sicuri: è lui l’attaccante giusto per rivincere il titolo.
Possibile che vada tutto bene? No, il calcio è bravo anche nel togliere. L’attaccante inizia a faticare, segna l’ultimo gol a fine dicembre e poi cade in un lungo letargo. Il 2015 è amaro, Welbeck non graffia più. Poi si sa che la sfortuna ci vede benissimo: a fine aprile l’inglese s’infortuna gravemente al ginocchio contro il Chelsea e finisce la stagione, con appena 4 gol. Ovviamente ne risente anche la preparazione per quella nuova, a fine luglio arriva l’amara diagnosi: Welbeck deve operarsi, tornerà non prima di Natale. L’ex Sunderland lavora a testa bassa per tornare il prima possibile, gioca anche qualche partita con gli Under 21 ma il rientro slitta a febbraio. Ecco, febbraio. Wenger lo recupera proprio prima della sfida scudetto contro il Leicester. Eppure alla vigilia il francese classifica Welbeck come ‘indisponibile’ e il rientro sembra non arrivare mai.
Invece no, viene convocato. Ramsey e compagni sono bloccati sull’1-1 contro Ranieri, cercano il successo che riapra tutto. Il pareggio è ormai scritto, così Wenger decide di osare il tutto per tutto e mettere il numero 23. The Wall torna quindi in campo dopo 10 mesi nella partita più difficile dell’anno a 12′ dalla fine. Impossibile incidere? Macché. Fallo ingenuo di Wasilewski e punizione per l’Arsenal. Calcia Ozil, il pallone ha i giri giusti. Manca solo chi la tocchi nel modo giusto, anzi no: ora c’è chi può farlo. Welbeck anticipa tutti e non perdona, l’incubo è finito e la corsa al titolo riaperta. Sorride Wenger, sorride l’Arsenal: i londinesi ora hanno un’arma in più per il rush finale.
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