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Coutinho, la Premier è il suo habitat: nessuno come lui da quando è tornato

Philippe Coutinho e la Premier League: una storia da raccontare ai vostri nipotini. Un brasiliano con così tanto successo oltremanica si è visto poche volte nella storia. Prima con il Liverpool e oggi con l’Aston Villa.

E sebbene possa essere già considerato come un calciatore romantico del campionato inglese, la Premier League Phil non l’ha mai alzata. Con i Reds ci è andato vicino in due occasioni: prima nel 2014 con Rodgers, quando il titolo è “scivolato” letteralmente via da Anfield dopo l’errore di Gerrard contro il Chelsea e la rimonta subita dal Crystal Palace dopo un vantaggio di tre reti.

Rimpianti?

Poi, nel 2019, Coutinho ha deciso di andarsene prima che la squadra di Jurgen Klopp vincesse tutto. Poteva diventare un re, invece ha deciso di fare la comparsa a Barcellona. Nel Merseyside ha toccato il punto più alto della sua carriera decidendo però di andarsene sul più bello.

Certo, in blaugrana e nel prestito al Bayern ha vinto una Champions, tre campionati, tre coppe nazionali e una supercoppa. Ma possono valere come una Premier vinta a trent’anni dopo l’ultima volta o una Coppa “dalle grandi orecchie” da protaginsta com’era nel Liverpool?

Ormai conta poco. Nella vita capita spesso di fare scelte sbagliate e probabilmente Philippe l’ha capito. Tornare indietro non si può, ma tornare dove si è stati bene sì. La chiamata dell’Inghilterra e dell’ex compagno Gerrard l’hanno convinto in poco tempo: l’Aston Villa non è un top club ma quanto sta bene adesso Coutinho. 

On fire da quando è tornato

 

Dal suo ritorno, nessuno ha fatto meglio del brasiliano. Nella vittoria di ieri sera per 0-3 contro il Leeds ha segnato una rete per un totale di 4 gol e 3 assist dal suo ritorno. E la Regina Elisabetta potrebbe diventare gelosa del suo regno: Coutinho è tornato per dettare legge, come ci aveva abituato un tempo, in Inghilterra.

Andrea Molinari

Nato a Verona nel 1998, il mio primo ricordo vivido legato al calcio è Shevchenko che sbaglia un rigore contro il Bayern Monaco. Grazie a lui (e anche a Kakà) da piccolo mi sono innamorato del pallone. Ma lui non lo sa. Sì, perchè ho giocato anche, purtroppo senza risultati. Nato attaccante, sono finito a fare il terzino: di solito succede a quelli con i piedi quadrati. Oggi provo a dimostrare questo amore scrivendo.

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