Nuova
avventura già iniziata, Cesare Prandelli ha deciso di ripartira
dall’Al-Nasr. Negli Emirati Arabi un calcio considerato minore ma “ho
trovato gente seria, una società con le idee chiare e strutture
all’avanguardia che farebbero invidia al Bayern Monaco,
precisa Prandelli.
Che
poi parla della Serie A. In Italia, da anni, vince sempre la
Juventus. “Perché, sino adesso, è stata la più brava nel
programmare e nell’impostare il lavoro. Sempre sul pezzo: sa cosa
vuole e come arrivarci. È presente, ambiziosa, decisa. E poi ha la
fortuna di stare in una città con meno distrazioni di altre… Se
sarà l’anno del riscatto delle milanesi? Bisogna capire la
struttura societaria. Per esempio quanti meeting organizza alla
settimana per affrontare i problemi e
il sostegno che dà all’allenatore. Una proprietà non si misura
solo dal conto in banca. Detto questo credo che Montella sia l’uomo
giusto per trovare in fretta la quadratura del Milan rivoluzionato
perché lo ha già fatto al primo anno con la Fiorentina. Ripartire
da zero è stimolante ed entusiasmante. A me è toccato due volte,
con il Parma di Sacchi e a Firenze. La garanzia dell’Inter per
adesso è Spalletti. Se i suoi dirigenti lo sostengono, andrà
lontano. A Roma ha fatto tutto, allenatore e dirigente e poi alla
fine è andato in difficoltà. E il Napoli? In partenza è l’anti
Juve. Perché la squadra è stata confermata in blocco e perché la
città ha capito il messaggio di Sarri: il gioco è
il marchio
di fabbrica. È gratificante pensare di esprimere il calcio migliore
d’Europa e non c’è dubbio che, in certi momenti, quello del
Napoli lo sia stato”.
Poi
ci sono le altre, il Torino ad esempio incuriosisce molto Prandelli:
“Perché sta seguendo un percorso con i giovani italiani. Quelli
che giocano nel Toro già li tenevo d’occhio per la mia Nazionale.
Cairo e Petrachi stanno
facendo un bel lavoro. Belotti è la ciliegina sulla torta. Uno così
fa la fortuna di qualsiasi allenatore: corre, sgomita, lotta, fa gol.
Fossi in lui non andrei all’estero, specialmente nell’anno del
Mondiale”. Sui
giovani, aggiunge: “La storia di Donnarumma mi ha dato
l’impressione di essere stata gestita male all’inizio e
recuperata alla fine. Per lui il Milan è la scelta migliore. Su
Berna mi domando perché stia spingendo per andarsene. A Firenze è
cresciuto, come Chiesa e tutti gli vogliono bene. Forse non crede nel
programma o non vede la prospettiva. Ma alla Juve rischia di fare la
riserva”.
Capitolo Nazionale, attesa dalla sfida contro la Spagna: “Sarà
difficile, ma non abbiamo perso in partenza. Sta nascendo un gruppo
vero, ci sono entusiasmo e qualità. Ho apprezzato l’Under 21 e so
che lavoro straordinario sta facendo Viscidi. Il movimento è in
ripresa. Credo che in Russia, se riusciremo ad andarci, potremmo
toglierci molte soddisfazioni. Se guardiamo i nomi di questa
Nazionale non è azzardato dire che un po’ è nata al Mondiale
brasiliano. Da questo punto di vista, almeno, non abbiamo fallito. Le
differenze con Germania e Spagna? La differenza è tecnica. Noi
insegniamo ai nostriragazzi che
il pallone prima si controlla, poi si difende e solo dopo si orienta.
Tedeschi e spagnoli la giocata invece la orientano già al
primo tocco. È su questo
che bisogna lavorare». E Prandelli su cosa lavorerà? «Insieme alla
mia squadra (cinque persone in tutto, dal fedele secondo Gabriele Pin
sino a Vincenzo Di Palma, ndr), porteremo professionalità,
mentalità, entusiasmo”.
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