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Bari, Polito e la carica per i playoff: “Voglio andare in Serie A, nella vita va colta ogni occasione“

“Noi in Serie A ci vogliamo andare perché io nella vita voglio solo migliorare e se ho un’occasione la sfrutto come un carro armato. Se ci riusciamo saremo fieri, se non ci riusciremo ci sarà comunque da applaudire la squadra. Ho iniziato da sette anni e mi sono sempre messo in gioco, ovviamente guardo il più in alto possibile”. Ciro Polito non ha dubbi sui suoi desideri per il Bari, capace di chiudere al terzo posto il campionato di Serie B e di essere certo di giocare i playoff in posizione di vantaggio su tutta la concorrenza. Lo spiega senza mezze misure in conferenza stampa il direttore sportivo biancorosso. “Abbiamo detto tante volte che siamo una neopromossa quindi magari nessuno si aspettava che potessimo avere questo risultato. Ormai però dopo un anno mi sento di dire che questa è una squadra forte. Se pensiamo che abbiamo 17 squadre dietro e solo due davanti, allora i ragazzi hanno fatto qualcosa di incredibile. La ritengo un’impresa importante, ora dobbiamo completarla e provare a portare la Serie A a questa città”.

 

 

 

Sono 65 i punti ottenuti dal Bari in 37 giornate di campionato. Non ci sono rimpianti nel resoconto di Polito. “Quando si arriva in fondo, quello che si ha è quello che si merita – spiega il ds – Evidentemente le due davanti sono state più forti. Vuol dire che noi nei momenti decisivi in cui c’era da fare uno step non l’abbiamo fatto. Ora però faccio un enorme applauso ai ragazzi e ci andiamo a giocare gli spareggi da favorita, lo dice la classifica. In un anno ci sta che si perda almeno una volta in maniera meritata, l’abbiamo fatto a fine gennaio contro il Perugia. La società ha fatto ciò che era nelle sue corde. Abbiamo dato tutto in ogni campo di una Serie B equilibratissima, dove sono retrocesse due squadre che hanno budget da milioni e milioni di euro”.

 

 

 

Il futuro, con l’incognita rappresentata dal capitolo multiproprietà, non fa paura al ds.  “Il progetto Bari? Se dovessimo raggiungere la Serie A – evidenzia – sicuramente dopo si prenderanno delle decisioni anche in base alla categoria. Il resto sono chiacchiere. Non c’è tanto da programmare se non andare avanti nel nostro percorso. Ci sono molti giocatori che per andare in A devono vincere la B, altrimenti non ci arrivano. La cosa che mi rende più orgoglioso è aver visto 50mila persone allo stadio. Vuol dire che abbiamo riportato tanta gente al San Nicola e ricreato armonia con la città. Il mio operato è già sotto gli occhi di tutti, non voglio esaltarmi ma voglio solo crescere e sfidarmi. Ho accettato Bari con questo spirito e se un giorno sarà Serie A sul piano umano mi sento pronto. Dal punto di vista tecnico ci vuole anche fortuna”.

 

Photo Credits: Tess Lapedota

 

 

C’è un cartello virtuale che Polito ha messo in primo piano nello spogliatoio del Bari. “Siamo terzi e non voglio rimorsi” si legge. Con un occhio anche al calciomercato invernale: “A gennaio la squadra non aveva bisogno di titolari ma di giocatori che si mettessero a disposizione in caso di bisogno e tutti quelli che sono arrivati hanno dato un supporto importante. Morachioli ci ha fatto vincere almeno tre partite e nessuno lo conosceva”.

Al futuro del Bari si affianca anche quello del ds, che rinvia ogni discorso a fine stagione. “Io sono una persona che guarda sempre al presente. Il futuro non ci appartiene. Nella vita possono succedere tante cose. Se il mio nome è stato accostato al Napoli vuol dire che ho fatto qualcosa di buono. A me non è stato detto niente. Oggi leggevo anche dell’Empoli. Io sono veramente felice di essere qua e sono concentrato solo su un obiettivo: riportare la Serie A a Bari.  Eventuali cambi di guida societaria? Se chi arriverà avrà il piacere di mettere Ciro Polito a capo della guida tecnica del Bari, allora ne parleremo. La famiglia De Laurentiis rispetta i ruoli, con il presidente parliamo la stessa lingua. Il presidente è un grande uomo prima ancora che un grande dirigente. Ascolta, ha programmi chiari. Io e la mia famiglia qui stiamo veramente bene. Questo è il mio mestiere, sono una persona ambiziosa. Vogliamo andare in Serie A, il treno quando passa bisogna salirci”.

Luca Guerra

Nato un anno prima della caduta del Muro di Berlino, mi piace rompere gli schemi dell'informazione. Laureato in Scienze della Comunicazione, giornalista pubblicista, scrivo quando e in ogni modo possibile: il sedile di un treno o il banco di un fast-food sono ottime scrivanie alternative. Il giornalismo la passione di una vita, il calcio come stella polare di questa passione.

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